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Messaggero/Umbria: Dieci anni da precarie e ora la scuola le caccia

Annalisa e Sabrina condannate dai “tagli”

25/08/2010
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Il Messaggero

di LUCILLA PICCIONI

Annalisa e Sabrina sono colleghe, lavorano in segreteria all’istituto Pertini Allievi, anzi saranno colleghe solo fino al primo settembre, data di scadenza del loro contratto annuale. Dopodiché da precarie, con più di dieci anni di lavoro alle spalle, diventeranno perdenti posto, come si dice in termini tecnici. Disoccupate. E non c’è da sperare neanche in una supplenza temporanea, per gente come loro le porte della scuola, da quest’anno, si chiudono definitivamente. «E pensare che io ho lasciato un posto presso un privato per avere la sicurezza, la scuola mi dava affidabilità, mi sentivo finalmente tranquilla, tanto che ho anche comprato la casa con il mutuo», racconta Annalisa. Mutuo di cui deve ancora pagare le rate. Lei in graduatoria è al quarantunesimo posto e l’anno scorso hanno avuto l’incarico annuale anche quelle persone che erano al cinqunantacinquesimo posto. Annalisa è in prima fascia, tra coloro che, pur essendo precarie e non di ruolo, fino a quest’anno potevano sentirsi sicure di riavere il posto di lavoro alla scadenza del contratto.

«Nell’anno scolastico 2008/2009 hanno lavorato anche persone che erano in terza fascia, ossia tra coloro che vengono scelte per terze, quando si esauriscono le altre due graduatorie», controbatte Annalisa. Insomma le carte per sentirsi tranquilla c’erano tutte.

Ma da quest’anno la situazione è diversa. I tagli hanno contratto i posti di lavoro. Per il personale amministrativo di segreteria ci sono disponibili solo 27 posti a tempo pieno più tre a part time. Solo per chi lavora in segreteria a Terni, ci sono 25 posti in meno. In tutto tra amministrativi, collaboratori scolastici e tecnici di laboratorio a perdere il lavoro a Terni saranno in 130. E tra questi Annalisa e Sabrina.

«Figuriamoci se in questa situazione posso lavorare io che sono cinqunatacinquesima in graduatoria», dice sconsolata Sabrina che non riesce proprio a digerire la via della disoccupazione. Anche lei lavora da anni, ha un diploma di scuola superiore e non è di certo al primo incarico, ha cominciato a lavorare nel 2000 con una supplenza all’istituto magistrale Angeloni, poi i primi incarichi annuali, uno di seguito all’altro. E dopo dieci anni la botta: si va a casa ci sono i tagli. Anche al Provveditorato alzano le braccia. Loro hanno numeri in mano tanti studenti, tante classi, tanto personale di segreteria. Un incastro matematico. Che oltretutto non finisce qui perché il prossimo anno ci saranno tagli uguali a quelli di quest’anno. Vale a dire altri 20 insegnanti mandati a casa e 130 del personale Ata che saranno nuovi disoccupati.«Per mantenere questo posto ho anche frequentato dei corsi che mi sono pagata, 1500 euro l’ultima certificazione. Ed adesso che faccio?», ripete Annalisa.

Sabrina e Annalisa hanno superato i quaranta anni, «andare in cerca di un nuovo lavoro non è facile, chi ci prende?», si chiedono preoccupate.

Quello che le angoscia oltre alla perdita del lavoro è anche il fatto che tutto passi sotto silenzio. «130 più 130 fa 260, posti tagliati, quasi una piccola impresa. E’ come se a Terni, nel giro di due anni, chiudesse una fabbrica di piccole dimensioni. Ma nessuno dice nulla, nessuno prende posizione, la gente sembra non rendersene conto. E’ giusto arrabbiarsi per il licenziamento di tre operai, ci mancherebbe, ma perché noi non abbiamo la stessa visibilità? Perché non finiamo sui giornali? Anche noi abbiamo una famiglia da mandare avanti, ora ci sono i libri da comprare, il mutuo della casa. Sono problemi gravi anche per noi, almeno la considerazione», tiene a chiarire Sabrina.

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