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Messaggero: Scuola, precari a vita: sempre più numerosi gli over 50. E dalla Sicilia la protesta dilaga in tutta Italia

I precari non hanno età. Non si illudano i giovani di essere i soli a lottare per la ricerca di una stabilità lavorativa perché oggi sono tanti, tantissimi, gli adulti che per questa meta ambita ancora sgomitano

28/08/2010
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Il Messaggero

di Vincenza de Iudicibus
ROMA (27 agosto) - I precari non hanno età. Non si illudano i giovani di essere i soli a lottare per la ricerca di una stabilità lavorativa perché oggi sono tanti, tantissimi, gli adulti che per questa meta ambita ancora sgomitano. Scendono in piazza con tanto di striscioni, salgono sui tetti e arrivano alle forme più pesanti di protesta, come lo sciopero della fame.

Rinunciano al cibo da dieci giorni tre precari della scuola palermitani. Il modo più efficace, pensano, per accendere i riflettori sulla loro condizione, per gridare con rabbia che la loro vita, così, non ha dignità e ribadire, ancora una volta, il no ai tagli degli organici previsti dalla riforma Gelmini. E ha scelto la stessa forma di protesta Maria Carmela Salvo, 55 enne palermitana “emigrata” a Pordenone, che dopo 25 anni di supplenze ha deciso di iniziare lo sciopero della fame dal primo settembre fino a quando non riceverà un incarico, e che in una lettera denuncia: «Cosa deve sperare un precario? Che una collega sia in stato interessante o che abbia preso una malattia rarissima, che sia deceduto, per poter insegnare?».

Un caso drammatico ma purtroppo molto comune per la Gilda degli insegnanti, che sottolinea come siano tantissimi gli over 50 privi di speranze di supplenza: “un folto esercito di professori e che, dopo aver superato i concorsi, ottenendo più di un'abilitazione, si ritrovano senza la speranza di ricevere una supplenza”. Magari, come la stessa Carmela denuncia, con un compagno disoccupato o, peggio, con una famiglia da mantenere.

Oggi la protesta dei precari della scuola è arrivata a Roma. Davanti a Montecitorio i docenti siciliani hanno incontrato i loro colleghi laziali, per dare vita a un sit in destinato a trasformarsi, in serata, in un presidio permanente davanti alla sede del ministero dell’Istruzione. In piazza accanto a docenti, operatori scolastici e personale Ata anche i rappresentati della Flc-Cgil (Federazione lavoratori della conoscenza), del Cps Roma (Comitato precari scuola), di Unicobas, della Rdb-Usb Scuola. Non chiedono soluzioni “assistenziali”, come l’annunciato decreto “salva-precari”, ma il ritiro della riforma Gelmini.

E la protesta dilaga: a Catania il Coordinamento Precari ha annunciato sei giorni di mobilitazione in vista dell’apertura dell’anno scolastico. Iniziative di lotta sul territorio annunciate da nord a Salerno e a Modena.

Intanto, a supporto dei docenti impegnati nello sciopero della fame, su facebook è nato il gruppo “20 a digiuno contro i tagli”. L’obiettivo è «trovare venti persone, venti lavoratori della scuola che si offrono per uno sciopero della fame esattamente come sta facendo Pietro Di Grusa a Palermo: una persona per regione. Solo così i media si muovono».


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