Messaggero-Rieti-La scuola si ferma: venerdì niente lezioni

Manifestazione a Roma: il corteo partirà da piazza della Repubblica dove si ritroveranno anche i duecento docenti reatini precari
La scuola si ferma: venerdì niente lezioni
I sindacati confederali hanno proclamato lo sciopero di tutto il personale per il rinnovo del contratto
di STEFANO MARIANTONI

Ancora una volta è sciopero: la scuola reatina rischia una nuova paralisi con la mobilitazione di docenti, dirigenti e personale Ata.
Venerdì prossimo, 18 marzo, le tre sigle confederali (Cgil, Cisl e Uil) chiamano all'astensione i lavoratori del comparto per ribadire le rivendicazioni sul diritto ad un contratto nazionale scaduto dal 31 dicembre 2003 e per chiedere certezze sul tema caldo del precariato. Ma è con la cosiddetta "sindrome della quarta settimana" - ovvero la difficoltà nel riuscire a far quadrare i conti a fine mese - che diventano sempre più pressanti le recriminazioni dei lavoratori della scuola, a quattro mesi di distanza dall'ultima, analoga mobilitazione (15 novembre 2004) che portò ad una adesione superiore al 70 per cento, in base alle stime dei sindacati. Allora furono almeno 200 i lavoratori reatini della scuola che parteciparono alla manifestazione nazionale di piazza Navona: una cifra altrettanto consistente - in base alle previsioni delle segreterie provinciali di Cgil, Cisl e Uil - dovrebbe partire con pullman e mezzi privati alla volta della Capitale anche venerdì prossimo.
"Tra i punti su cui si basa la protesta - dichiarano Riccardo Petroni, Claudio De Santis e Roberto Melchiorre, segretari provinciali del comparto scuola di Cgil, Cisl e Uil - c'è la richiesta di rinnovo del contratto dei dirigenti scolastici, scaduto dal 2002. La seconda rivendicazione riguarda i docenti della scuola dell'infanzia, per l'irresponsabile leggerezza con cui si pubblicizzano gli anticipi. Fatto che porta ad un aggravio di responsabilità e di carichi di lavoro".
Per il terzo punto si passa alla primaria ed alla secondaria di I grado: "Su questi due ordini è necessario vigilare per la salvaguardia degli organici - aggiungono Petroni, De Santis e Melchiorre - per la tutela contrattuale e del tempo scuola che diventano a rischio con l'attuazione della legge 53 (riforma Moratti, ndr)".
Ed ecco gli altri nodi della scuola secondaria: "La regionalizzazione del sistema di istruzione e la bozza di decreto per la riforma delle Superiori ipotizzano perdite di posti e cattedre, minando fortemente la professionalità dei docenti".
Non mancano i problemi anche sul fronte degli Ata: "Questa categoria è già stata penalizzata dalle ultime Finanziarie - ricordano i rappresentanti dei sindacati - ma l'affidamento dei servizi all'esterno prefigura ulteriori tagli, aumenti di responsabilità e carichi di lavoro".
Altre nubi avvolgono il piano di stabilizzazione dei precari perché "il piano di immissioni in ruolo annunciato - concludono i tre sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil - si è rivelato una presa in giro, non essendo coperto da adeguate risorse nella Finanziaria". In sostanza Cgil, Cisl e Uil dicono "basta" ai tagli sui finanziamenti alla scuola e rinnovano la richiesta di una politica di investimenti pluriennali.
Intanto, in forma autonoma, lo Snals Confsal si sgancia dallo sciopero indetto dalle tre sigle confederali e conferma la propria agitazione con la manifestazione prevista mercoledì prossimo, 16 marzo.