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Messaggero-Pesaro-Prof e genitori si ritrovano uniti nella protesta

SCUOLA Prof e genitori si ritrovano uniti nella protesta Nel pomeriggio in piazza a Fano per la mobilitazione provinciale contro la riforma Moratti di OSVALDO SCATASSI ...

02/10/2004
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Il Messaggero

SCUOLA
Prof e genitori si ritrovano uniti nella protesta
Nel pomeriggio in piazza a Fano per la mobilitazione provinciale contro la riforma Moratti
di OSVALDO SCATASSI

FANO - Da tutta la provincia in piazza 20 Settembre, a Fano, per protestare contro la riforma Moratti. Il locale comitato genitori-insegnanti ha lanciato un appello ai sindacati e a tutte le forze politiche, perché sostengano questa Giornata nazionale in difesa della scuola pubblica. La manifestazione, aperta a chiunque intenda partecipare, inizia alle 18 e si conclude alle 20. La giornata di protesta è stata preceduta dai messaggi preoccupati dei comitati sparsi per l'Italia. La scuola pubblica è definita "sempre più povera", afflitta dai continui tagli al personale e agli insegnanti. Ma tutto questo, sostengono i gruppi spontanei, è "niente" se paragonato a ciò che il governo Berlusconi intende "imporre il prossimo anno", con il rischio di selezioni discriminanti sulla base delle possibilità "economiche, sociali e culturali". "Siamo ormai alla resa dei conti - sostiene il consigliere regionale Adriana Mollaroli, Ds - quando tutti i nodi vengono al pettine, smentendo le rassicurazioni e il 'buonismo' del ministro dell'istruzione, che anzi sembrano una presa in giro. Il modello della scuola-impresa perseguito dal governo Berlusconi ha comportato l'adozione di criteri che nulla hanno a che vedere con la funzione sociale della scuola pubblica. Gli effetti sono stati devastanti, fino all'emergenza del mancato sostegno agli alunni disabili, fenomeno molto rilevante nelle Marche. Sono scelte politiche consapevoli, che modificano il ruolo della scuola pubblica, strumento e condizione di sviluppo per l'intero Paese. A parole si vuole costruire una scuola moderna, ma è tornare indietro". Mollaroli conclude sostenendo che "non basta difendere la scuola pubblica: dobbiamo chiedere con forza, tutti insieme operatori, sindacati, famiglie, cittadini, istituzioni, di spendere di più per l'istruzione, che va considerata un investimento e una ricchezza per la società".


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