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Mess.Veneto-Tempo pieno, troppe iscrizioni bocciate

Elementari nel caos. I sindacati protestano: le scuole dovevano comunque accogliere le domande, perché servivano per chiedere più posti Tempo pieno, troppe iscrizioni bocciate La ma...

31/01/2005
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MessaggeroVeneto

Elementari nel caos. I sindacati protestano: le scuole dovevano comunque accogliere le domande, perché servivano per chiedere più posti
Tempo pieno, troppe iscrizioni bocciate
La mancanza di strutture e la carenza di organici hanno deluso le aspettative di centinaia di famiglie


"Tempo pieno? Tutto esaurito: non si accettano più domande di iscrizione". Sarebbe andata così in alcune scuole provinciali, con famiglie costernate e sindacalisti Cgil infuriati. Che denunciano la cortina di ferro calata sul tempo scuola 2005-2006, in alcuni circoli didattici. "Ci sono dirigenti del Pordenonese più realisti del re, che non hanno accettato le domande "in esubero" dei genitori di iscrizione al tempo pieno fa j'accuse il cigiellino Gianfranco Dall'Agnese adducendone ragione per la povertà di assorbimento degli organici 2005-2006, che sono blindati dal ministero dell'Istruzione ai numeri di quelli attuali".
"Tempo pieno? Tutto esaurito: non si accettano più domande di iscrizione". Sarebbe andata così in alcune scuole provinciali, con famiglie costernate e sindacalisti Cgil infuriati. Che denunciano la cortina di ferro calata sul tempo scuola 2005-2006, in alcuni circoli didattici.
Fuochi d'artificio, quindi, sulle iscrizioni. Ultimo giorno nelle primarie di Pordenone e se tanti circoli provinciali hanno chiuso ufficialmente le operazioni il 25 gennaio, sui ritardatati si chiude un occhio a fine mese e il bilancio globale si rinvia a febbraio per la conta delle opzioni. In alcuni circoli cresce la voglia di tempo lungo, ma un anno fa l'austerity del Miur bloccò 22 classi.
"Nelle elementari di Brugnera - indicano i maestri del distretto del mobile - abbiamo 15 domande in ingresso alla prima classe con il tempo pieno". Nella Pedemontana forte la richiesta e anche l'offerta è varia. A Maniago probabile il tempo "triplex" per accontentare tutti i debuttanti a 6 anni: forse una classe a 27 ore settimanali, una a 30 ore e un'altra a tempo lungo (pardon tempo-mensa e dopo-mensa, negli alfabeti della riforma). In crescita i numeri delle iscrizioni un pò dappertutto, con il gradimento degli anticipi a 5 anni e mezzo: nei tre circoli di Pordenone raddoppiano a una ventina le domande, nel monitoraggio "a caldo".
Per il settore dell'infanzia, linea dura sugli anticipi a 2 anni e mezzo e "sboom" annunciato delle speranze di centinaia di mamme e papà. "Il direttorato di Trieste riconosce l'impossibilità di ammettere alla frequenza gli anticipatari - riprende il sindacalista Dall'Agnese -, perché manca un contratto nazionale sulle nuove figure professionali di supporto. Mancano risorse, strutture per i Comuni e le scuole paritarie devono rispettare le regole statali se vogliono mantenere le risorse pubbliche: anche per loro nessun anticipo a 2 anni e mezzo, perché manca l'intesa regionale tra Direttorato ed enti locali".
Materne fuori dagli anticipi, però qualche Comune del Nord-Est cavalca l'ipotesi di una cura possibile per dare asilo ai bambini "under 3", magari potenziando le scuole del settore paritario.
"Attenzione al rispetto delle regole - ammonisce Dall'Agnese -. Venendo al sodo, nel caso del Comune di Roveredo in Piano l'amministrazione dovrà concertare l'intesa con l'ufficio scolastico di Trieste, per stabilire le condizioni di fattibilità del progetto di accoglienza dei bambini anticipatari nella paritaria. Controlleremo le condizioni di fattibilità sull'accesso precoce nelle materne su tutto il territorio e se non saranno rispettate le condizioni, fioccheranno le denunce e addio al bonus economico della parità".
L'impegno dei Comuni deve assicurare un "plus" di spazi, servizi, risorse e sulla questione del personale specializzato (bidellanti per cambiare il pannolino agli "under 3" o puericultori, oppure chi?) si è arenata da mesi la trattativa sul tavolo romano dell'Aran. Impossibile la "mission"?
Chiara Benotti


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