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Mess.Veneto-Scuola, tempo pieno a rischio

In città 664 famiglie usufruiscono del servizio che in certi casi si trasforma in sostegno sociale Scuola, tempo pieno a rischio Il decreto Moratti ne prevede l'eliminazione dal pross...

04/11/2003
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MessaggeroVeneto

In città 664 famiglie usufruiscono del servizio che in certi casi si trasforma in sostegno sociale
Scuola, tempo pieno a rischio
Il decreto Moratti ne prevede l'eliminazione dal prossimo anno
POLEMICA SULLA RIFORMA
La Cgil invita i genitori e gli amministratori pubblici a sottoscrivere la petizione indirizzata ai parlamentari


di GIACOMINA PELLIZZARI

Nelle scuole elementari l'orario a tempo pieno è a rischio. Il decreto attuativo delle legge 53 non prevede la distribuzione delle lezioni sulle 40 ore settimanali, comprensive della pausa mensa. A difesa del servizio, molto richiesto dalla famiglie, scende in campo la Cgil che invita anche gli amministratori pubblici a sottoscrivere la petizione.
Quest'anno nelle scuole elementari della città 664 alunni frequentano le classi a tempo pieno. I posti disponibili vanno a ruba. Lo conferma il fatto che in passato la dirigente scolastica del quarto circolo didattico, Sandra Romanin, è stata costretta a rifiutare circa una quindicina di iscrizioni. Il servizio è molto richiesto dalle famiglie con due genitori lavoratori che non sanno a chi affidare i bambini nelle ore pomeridiane.
"Dal prossimo anno scolastico - spiega il segretario regionale della Cgil-scuola, Antonio Luongo - il tempo pieno non sarà più concesso e i bambini nelle ore mensa saranno affidati ai bidelli". Secondo il sindacato il decreto attuativo della legge 53, non ancora approvato dalla Conferenza unificata Stato Regioni e dalle commissioni parlamentari, costringerà le famiglie a ricorrere al servizio di doposcuola, gestito da personale esterno alla scuola, a pagamento. Per cercare di bloccare l'approvazione del documento, la Cgil invita i genitori, i consiglieri regionali, provinciali e comunali a sottoscrivere la petizioni che a dicembre consegnerà, nel corso di una manifestazione pubblica, ai parlamentari friulani.
Tra i genitori la preoccupazione è notevole, lo conferma il fatto che al secondo circolo didattico i papà e le mamme hanno già promosso una raccolta di firme. Qualche perplessità la esprimono pure i dirigenti scolastici preoccupati per l'interruzione della continuità didattica. "Prima di chiudere un esperimento che dura da tanti anni bisogna fare una valutazione" sostiene la dirigente del secondo circolo, Francesca Venturini, mentre la collega del terzo circolo, Vilma Candolini, si sofferma sul compito sociale che svolge la scuola elementare Friz dove "la cura e l'educazione dei giovani è prioritaria".
"Nel nostro caso il tempo pieno - continua la direttrice - si trasforma in un servizio sociale, diventa difficile pensare a qualcosa di alternativo. Ci consente di sviluppare una serie di attività che altrimenti verrebbero demandate ad associazioni che non curano gli aspetti formativi".
Diversa la situazione al primo circolo dove, come chiarisce il dirigente scolastico Antonio Colussi, la scuola a tempo pieno non è mai stata richiesta.


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