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Mess.Veneto-Scuola, negato l'aumento delle classi a tempo pieno

Caso elementari. La realtà pordenonese è uscita ridimensionata dalla trattativa regionale Il sindacato teme l'incremento progressivo del numero degli allievi in tutte le classi Scuol...

15/04/2004
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MessaggeroVeneto

Caso elementari. La realtà pordenonese è uscita ridimensionata dalla trattativa regionale
Il sindacato teme l'incremento progressivo del numero degli allievi in tutte le classi
Scuola, negato l'aumento delle classi a tempo pieno


Negate 22 classi a tempo pieno negli organici elementari 2004-2005 del Pordenonese, che incassa il record negativo regionale (-13 a Udine, -1 a Gorizia, -3 a Trieste, totale meno 39). Circa 300 famiglie private del "full-time" trasformato in tempo normale e 20 docenti "saltano" in cattedra. Nessuna sigla sindacale ha firmato in calce la concertazione di ieri con il direttore Cataldi: i conti non tornano e l'ipotesi di una compensazione (con il travaso di numeri in organico dagli altri settori di materne e medie inferiori) non trova consensi.
Nel panorama provinciale restano scampoli del tempo lungo in aula e se il fortino dell'istruzione regionale commenta "in Friuli non c'è impoverimento né arricchimento di organico", l'eufemismo non convince il popolo della scuola. La realtà ha i numeri listati a lutto.
Cancellata dai desiderata una classe a tempo pieno in organico per "La Nostra famiglia" di San Vito al Tagliamento, alla faccia delle politiche di integrazione sull'handicap. Aumentano gli alunni elementari nel Pordenonese (192 in più rispetto all'organico di fatto 2003-2004, circa 300 se il confronto cala su quello di diritto), si riducono le classi. Il "niet" su 21 a tempo pieno e una a tempo normale blocca pure gli sdoppiamenti di classe (saranno sovraffollate, a settembre) nel secondo circolo di Pordenone, Casarsa della Delizia, Spilimbergo, Travesio e Pasiano. Tutti i dettagli sul gran rifiuto del tempo pieno.
Caso di punta nel Sanvitese, perché il circolo didattico soffre in organico separato dalla "Nostra Famiglia" la mancata autorizzazione di 4 classi, segue Porcia nel bollettino di guerra con 3 classi a tempo lungo negate, poi con una in meno, rispetto al fabbisogno, a Pordenone primo circolo e terzo circolo, Casarsa della Delizia, Azzano Decimo, Chions, Cordenons per il tempo normale, Cordovado, Maniago, Montereale Valcellina, Prata, Spilimbergo.
"Nel circolo didattico di Spilimbergo non si autorizza nemmeno la formazione di 3 classi di fronte all'iscrizione di 51 alunni al terzo anno elementare - si indignano i vertici di Cgil scuola Carla Franza e Gianfranco Dall'Agnese -. Una dimostrazione palese che l'amministrazione Moratti non concede la "t" nella scuola riformata, cioè il tempo pieno in barba alle promesse e agli spot formato famiglie".
Genitori allertati, pronti a riprendere le iniziative anti-riforma e l'appuntamento del comitato Per la scuola pubblica è fissato il 15 aprile alle 18, nella Casa del Popolo di Torre. Probabile un sit-in a Trieste, di fronte all'ufficio del direttorato regionale entro aprile, con eco anche nel Pordenonese.
"Problema in agguato per gli organici docenti è la strutturazione modulare del tempo scuola a settembre - i cigiellini mettono in fibrillazione i maestri precari delle elementari -, con l'articolazione di 4 docenti su 3 classi. Capiterà nelle elementari di Azzano Decimo, Chions, Fiume Veneto, Maniago, Meduno e Prata. La scelta farà calare le cattedre, con ricadute negative sul piano occupazionale nel settore precariato. La politica del ministero dell'Istruzione si traduce in un aumento del numero degli alunni per classe: la richiesta dei capi di istituto provinciale è di mille 212 classi (per un totale di 12 mila 146 bambini iscritti), la proposta dell'amministrazione le riduce a mille 169".
Prossimi "faccia-a-faccia" sugli organici del settore materne e superiori dal 21 marzo in poi: "il barometro della scuola vira a burrasca" ammette il segretario regionale cigiellino Antonio Luongo. Un'impresa coniugare bisogni e risparmi nelle secondarie di secondo grado, forse le più colpite dalla "purga" ministeriale.
Chiara Benotti


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