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Mess.Veneto-Scuola, negate 11 classi a tempo pieno

I numeri del prossimo anno "gelano" le aspettative di numerosi genitori. I sindacati: "Trattativa durissima per difendere il servizio" Scuola, negate 11 classi a tempo pieno Il minist...

16/03/2005
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MessaggeroVeneto

I numeri del prossimo anno "gelano" le aspettative di numerosi genitori. I sindacati: "Trattativa durissima per difendere il servizio"
Scuola, negate 11 classi a tempo pieno
Il ministero ha bocciato le richieste delle famiglie Ridotto il numero dei docenti rispetto alle attese


Disattesi i desiderata delle famiglie provinciali sul tempo pieno nelle scuole elementari: 11 classi "full-time" in aumento nell'organico di diritto 2005-2006 e bocciate dalla "ragioneria" del ministero dell'Istruzione. Questione di numeri di troppo, mica si fa beneficenza a scuola e la Finanziaria 2005 corre sulla linea del rigore. Sono 289 le classi a "tempo lungo" censite nella fase iscrizioni di gennaio e richieste dai dirigenti del Pordenonese (con il tempo scuola normale raggiungono il tetto di 679), ma le autorizzazioni si bloccano al capolinea dei posti 2004, cioè 278. Fase d'avvio tribolata per la mappa dei posti di settembre disegnata nel fortino dell'istruzione regionale di Trieste: per i genitori provinciali la doccia fredda sulle classi negate, è un problema macro nella gestione famigliare.
Addio al servizio-scuola su misura e all'abracadabra della riforma. Il confronto nel quartiere generale del direttorato triestino, intanto, viaggia su piani diversi: i sindacati al tavolo dell'informativa puntano al servizio scuola ritagliato sui bisogni dell'utenza e l'amministrazione snocciola tabelle, proiezioni, quadri di organico di tre taglie sotto. La partita non è chiusa.
"La trattativa è durissima: non perdiamo di vista la possibilità di dare servizio scuola in ragione delle richieste dell'utenza - precisa il sindacalista Cgil di Pordenone Gianfranco Dall'Agnese -. Le elementari sono il primo tassello del mosaico dell'istruzione statale dell'obbligo e sarebbe paradossale non tenere conto delle richieste dei genitori. Denunciamo la mancata sensibilità nell'assegnazione dei posti-cattedra nella scuola primaria: il neo-direttore regionale Pagliuso non concede le classi in più richieste a tempo pieno e l'assegnazione docenti si prospetta troppo ridotta, rispetto al fabbisogno".
Altri numeri che misurano la sofferenza delle elementari sulla Destra Tagliamento: i posti in organico-docenti utili a fare scuola nel 2005-2006 sono stati conteggiati dai capi di istituto in mille 293 unità, più 10 cattedre nei 4 centri territoriali permanenti di Prata, Torre, Sacile e San Vito al Tagliamento. Nell'anno in corso sono stati autorizzati 1.259 posti, con 9 cattedre nei Ctp.
"La risposta del direttore Pagliuso è deludente - punta il dito il cigiellino Dall'Agnese -: autorizza mille 277 posti docenti e ne conferma 9 per i centri di educazione degli adulti. Penalizzato per l'ennesima volta il Ctp di San Vito al Tagliamento e negate 16 cattedre delle elementari. Assurdo e ingiusto! Non ci rassegniamo a questa prospettiva che nega il diritto nella fascia dell'obbligo".
Spazi di manovra difficili da gestire. Il recupero dei posti per le elementari ipotizza il "trasloco" di una ventina di cattedre assegnate nelle medie di primo grado, ma è una soluzione-tampone con effetto panacea. Il calendario dei incontri si aggiorna e dà una "chance" all'ottimismo la proroga decisa "in extremis" dal ministero dell'Istruzione sull'inserimento dati, nel "cervellone" informatico di Monteporzio Catone.
"La ripartizione dei posti nelle 4 province friulane non è convincente - puntualizza il segretario regionale Cgil Antonio Luongo -. Elaboreremo una proposta unitaria di ridefinizione dei criteri di assegnazione, che presenteremo all'amministrazione. Per esempio, chiediamo omogeneità per la formazione delle classi in deroga in ogni territorio. Poi, i posti di sostegno assegnati non salvaguardano la titolarità dei docenti specializzati né la continuità didattica. Le proposte del direttore Pagliuso sono al di sotto delle necessità della scuola regionale: prima occorre definire le classi in base alle richieste dell'utenza e poi quantificare l'organico sulla base dei bisogni".
Chiara Benotti


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