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Mess.Veneto-Scuola, il 44% dei docenti è precario

segretario Luongo: più integrazione tra gli uffici scolastici provinciali. La situazione sarà analizzata oggi in un convegno a Tricesimo Scuola, il 44% dei docenti è precario La Cgil ...

29/04/2004
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MessaggeroVeneto

segretario Luongo: più integrazione tra gli uffici scolastici provinciali. La situazione sarà analizzata oggi in un convegno a Tricesimo
Scuola, il 44% dei docenti è precario
La Cgil chiede alla Regione di assumere la competenza sulla definizione degli organici


La scuola è in mano ai precari. In ogni istituto il 30% dei dirigenti, il 10,9% dei direttori dei servizi, il 15,8% degli insegnanti, il 44,4% dei docenti di sostegno, il 16,2% degli assistenti amministrativi, il 31,9% degli assistenti tecnici e il 38,8% dei collaboratori scolastici sono assunti a tempo determinato.
La rilevazione è stata effettuata dalla Cgil-scuola che, oggi, nel corso del convegno "Quale sistema dell'istruzione e della formazione in Friuli Venezia Giulia", solleciterà la Regione a varare una legge quadro sull'istruzione. I lavori prenderanno il via, alle 9.30, all'hotel Belvedere di Tricesimo. Nel pomeriggio l'iniziativa sarà aperta al pubblico, in particolare ai genitori che in provincia, nel prossimo anno scolastico, dovranno fare i conti con la mancata autorizzazione di 60 classi a tempo pieno nelle scuole elementari e con centinaia di bambini in lista d'attesa nelle materne.
Tra le proposte della Cgil anche "la programmazione dell'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale e la definizione sul piano regionale della rete scolastica sulla base dei piani provinciali". Oltre a queste richieste, il segretario regionale della Cgil-scuola, Antonio Luongo, sottolineerà anche l'esigenza di "suddividere il territorio regionale in ambiti funzionali al miglioramento dell'offerta formativa e di delegare alla Regione la determinazione del calendario scolastico e dei contributi alle scuole non statali". Si tratta, spiega Luongo, "di poche ma importanti competenze che richiedono una funzione alta di indirizzo".
Per raggiungere l'obiettivo il sindacato fa notare che diventa indispensabile dotare la Regione di uffici, personale e banche dati dedicate. Non a caso sempre secondo Luongo è "necessario pensare a una forte integrazione tra le strutture delle province che possono mettere a disposizione i loro uffici". Una programmazione che deve tener conto anche del ruolo dei comuni e dell'assemblea delle autonomie. Anche perché l'ultima parola sulla disponibilità di spazi spetta proprio agli enti locali che quest'anno tanto per citare un esempio hanno condizionato l'avvio della riforma nelle scuole materne ed elementari. Per le iscrizioni anticipate a 2 e 5 anni e mezzo dei bambini, infatti, si è rilevata determinante la disponibilità degli spazi che nella stragrande maggioranza dei casi è venuta meno. I comuni non sono in grado di garantire un numero maggiore di aule perché andrebbero incontro a ulteriori costi che lo Stato non gli rimborserebbe.
Altrettante carenze emergono nel sistema della formazione al lavoro: "Il complesso dei centri di formazione professionale aggiunge Luongo deve uscire dalla logica della competizione con il sistema dell'istruzione per porsi in un'ottica di cooperazione".


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