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Mess.Veneto-Scuola al verde, pagano i genitori

Messi in crisi dai finanziamenti alle private, gli istituti pubblici battono cassa per tener fede all'offerta formativa Scuola al verde, pagano i genitori Le statali chiedono alle fam...

27/09/2003
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MessaggeroVeneto

Messi in crisi dai finanziamenti alle private, gli istituti pubblici battono cassa per tener fede all'offerta formativa
Scuola al verde, pagano i genitori
Le statali chiedono alle famiglie un "fondo cassa" per andare avanti


La scuola pubblica è sempre più al verde e, tra le nuove voci esterne al bilancio ufficiale degli istituti della fascia dell'obbligo debutta il cosiddetto "fondo cassa genitori". Un "modus operandi" sempre più diffuso, assicurano i sindacalisti di Cgil scuola, ma pur sempre fastidioso per le famiglie, a cui vengono chiesti contributi in denaro. "Molti istituti di Pordenone e provincia, soprattutto circoli didattici e qualche media inferiore, hanno adottato questa cassa "integrativa" hanno spiegato Carla Franza e Gianfranco Dall'Agnese della Cgil per arrotondare le magre risorse ministeriali. Il contributo dei genitori è variabile e si impiega per l'acquisto di materiale didattico, per attivare percorsi formativi di qualità, anche per creare la biblioteca di classe, o uso fotocopie, carta e altro".
"Il fondo cassa aiuta la scuola statale a sopravvivere al colpo di lama affilata del ministero dell'Istruzione sulle risorse, che vengono incanalate generosamente dal ministro Moratti verso le scuole paritarie".
Circa 200 euro l'anno la spesa media (meglio, l'investimento) dei genitori per ogni figlio iscritto alla scuola dell'obbligo, utile a rimpolpare il fondo "integrativo" comune. Il calo del 48 per cento delle risorse previste dalla legge 440 dell'autonomia fa stringere la cinghia al massimo, tanto che anche nella scuola media Centro di Pordenone il corso opzionale di lingua straniera ha il ticket di 50 euro da quest'anno. Nelle superiori i progetti del Pof (il piano dell'offerta formativa) sono spesso a pagamento: prezzi ancora modici, per carità, ma la tendenza alla scuola "supermarket" è innestata. Costo medio di un euro all'ora per i corsi di informatica pomeridiani negli istituti secondari, si sale dai 10 ai 20 euro per conferenze con relatori di chiara fama accademica e il diritto allo studio diventa un lusso. La tentazione di arrotondare il profitto in pagella con qualche lezione privata compie il salasso nelle uscite di bilancio di una famiglia a reddito medio: dai 30 ai 50 euro orari e per fortuna lo sportello recupero e i corsi di sostegno sono ancora l'alternativa gratis della scuola statale.
"Ultima spesa per le famiglie, i testi di lingua inglese per le classi prime e seconde elementari coinvolte nella riforma dei cicli fanno lo scontrino i sindacalisti di Cgil scuola . Gli enti locali non devono né possono accollarsi l'ulteriore peso economico di questi libri, perché l'onere spetta al Miur. I Comuni di Pordenone, Sacile, Azzano Decimo e altri hanno precisato, in linea con la posizione dell'Anci nazionale, l'impossibilità dell'intervento sui testi. Siamo alle solite: il ministero attiva una riforma che si autofinanzia e se l'obbligo dello studio dell'inglese ha i suoi costi librari, allora ricadono sulle famiglie. I funzionari del ministero dell'Istruzione hanno precisato che non è indispensabile l'uso di testi di lingua straniera per il biennio elementare e questo pone di fronte a una eccentrica didattica di Stato: non sono forse per legge i collegi docenti a decidere liberamente sulle adozioni o meno dei libri di testo?".
La scuola statale si paga, Cgil scuola protesta e sceglie la lunga marcia verso Rimini, il 3 ottobre, per contestare il vertice dei ministri europei dell'Istruzione in calendario a San Patrignano. "Saremo a Rimini, dove il ministro Moratti propone per la discussione la tematica del disagio giovanile e della preoccupante dispersione scolastica, dopo aver inflitto tagli dolorosi alla scuola si indignano Franza e Dall'Agnese . Un'offesa che merita la mobilitazione: partiremo in pullman e accettiamo prenotazioni per il 3 ottobre. Inviteremo il ministro a visitare gli istituti di Pordenone, alle prese con il problema della drastica riduzione delle risorse e dove si ritorna progressivamente alla scuola pagata dalle famiglie".
Chiara Benotti


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