Mess.Veneto-"Scodella selvaggia", assolti 53 bidelli

La causa era stata avviata cinque anni fa dall'amministrazione guidata dal sindaco Pasini in seguito alla vertenza sul servizio mensa
"Scodella selvaggia", assolti 53 bidelli
Non è stata ravvisata dal giudice l'interruzione di pubblico servizio
TORMENTATA VICENDA

"Non luogo a procedere, perché il fatto non sussiste": la sentenza del giudice Rodolfo Piccin chiude, dopo 5 anni, la vertenza di "scodella selvaggia" nelle scuole dell'obbligo di Pordenone. Archivia l'ormai mitica vicenda dello scodellamento dei pasti nella pausa-pranzo che, nel 2000, mise a pane e acqua per qualche settimana i bambini nelle elementari e materne, vittime del "ping-pong" sulle competenze di servizio tra scuole ed enti locali. Assolti dall'accusa di interruzione di pubblico servizio presentata in tribunale dall'allora amministrazione Pasini, 53 bidelli e la dirigente Giuliana Cinelli del secondo circolo didattico con i colleghi, che leggono la sentenza da pensionati, Piero Arena e Giò Batta Burelli.
Giustizia-tartaruga ma decisiva per fare chiarezza nella sull'affaire in mensa. Per legge le funzioni miste di scodellamento, accoglienza e distribuzione delle merendine sono di competenza dei Comuni che possono creare convenzioni triangolari con scuole-ausiliari-sindacati, oppure assegnare in appalto a ditte esterne il servizio. Nel 2000 il sindaco Pasini scelse la linea dura, sostenendo che l'onere dello scodellamento era di competenza scolastica e i bidelli (in assenza di convenzione) incrociarono le braccia. Risultato, bambini a dieta. Polemiche a cascata, famiglie sul piede di guerra e un braccio di ferro che finì sul tavolo del giudice, fino alla sentenza.
"Piena soddisfazione per la conclusione di una vicenda che aveva sortito l'unico effetto di creare tensione e disagio tra gli utenti, bambini e genitori - commenta la dirigente Giuliana Cinelli -. In quei giorni del 2000, a scuola si parlava quotidianamente di somministrazione pasti, piuttosto che di progettualità didattica. Il clima che oggi si respira, nei contatti e nel confronto con l'ente locale di Pordenone è di serena collaborazione e fattivo confronto. Mi auguro rimanga tale".
Dello stesso avviso l'ex-dirigente Piero Arena, segretario aggiunto Uil: "Dopo essere stati vituperati in maniera indecente - sfoga la "ruggine" di un quinquennio fa -, la sentenza è la prova del nove che eravamo su posizioni di perfetta legittimità. L'ex-sindaco Pasini voleva che imponessimo ai bidelli lo scodellamento: non l'abbiamo fatto, perché il caso di Pordenone era un'anomalia a livello nazionale. Sono contento anche per i colleghi tuttora in servizio: giustizia è fatta".
Nelle mense scolastiche i bidelli "scodellanti" sono una specie in via di estinzione e, dopo 5 anni, le convenzioni con cooperative esterne dominano nel servizio-mensa. I tagli negli organici e l'aumento dei carichi di lavoro rendono difficile l'adesione del personale della scuola che, in genere, è più attirato dalla funzione dell'accoglienza pre e post-lezione degli allievi. Per i 53 ausiliari denunciati e assolti, il commento del sindacalista Cgil, Gianfranco Dall'Agnese, chiude la partita: "Il pronunciamento del tribunale fa giustizia e rimette al centro la correttezza del personale della scuola - rimarca il cigiellino -. Un caso paradossale, perché le funzioni miste sono tuttora a carico degli enti locali".
Chiara Benotti