FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3779959
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Mess.Veneto-Risorse per l'istruzione, la Regione può fare di più

Mess.Veneto-Risorse per l'istruzione, la Regione può fare di più

Risorse per l'istruzione, la Regione può fare di più di STEFANO STEFANEL Qualche giorno ...

25/10/2003
Decrease text size Increase text size
MessaggeroVeneto

Risorse per l'istruzione, la Regione può fare di più


di STEFANO STEFANEL
Qualche giorno fa Il Messaggero Veneto ha pubblicato con grande risalto nella prima pagina del suo fascicolo udinese il "lamento" delle scuole per la disastrosa situazione finanziaria di questo inizio di anno scolastico. I dirigenti scolastici delle scuole superiori di Udine, intervistati dal giornale, hanno tutti messo l'accento sulla difficoltà nel reperire fondi anche per le spese obbligatorie. Il crollo dei trasferimenti ordinari dallo Stato alle scuole degli ultimi due anni non è stato compensato da maggiori entrate di altro genere e così nelle scuole ci si trova a dover combattere anche con le difficoltà negli acquisti necessari e obbligatori (materiali di pulizia e di cancelleria, toner e carta, contratti di assistenza per i computer destinati all'amministrazione e alla didattica, missioni dei docenti, acquisti di plastificatori per i cartelli obbligatori dei divieti antifumo, pacchetti software per la gestione amministrativa eccetera). È un dato di fatto: prima di iniziare a svolgere il nostro compito storico e sociale ("fare scuola": detta in termini molto semplificati) noi abbiamo bisogno di un sacco di cose, che fino a poco fa ci venivano pagate dallo Stato in forma forfetaria, ma comunque costante.
Questa situazione è nota a tutti, ma la cosa più sorprendente è che non succede nulla. A differenza che in America o nel mondo anglosassone, in Italia non esiste l'esercizio della donazione a favore della scuola (su questo esercizio si basa per esempio tutto il sistema scolastico americano d'eccellenza), probabilmente perché non ancora è un esercizio detassabile. In assenza di questo si ricorre a vari metodi, tutti legati a singole situazioni più o meno emergenziali e non a situazioni di progetto. Anche perché la forte adesione degli Enti locali e delle famiglie alle proposte didattiche e formative della scuola (visite d'istruzione, gemellaggi, progetti anche europei, corsi sperimentali, inglese anche nella scuola dell'infanzia, arte ed educazione motoria, nuoto, seconda lingua, multimedialità eccetera) rischia di far nascere una questione che sarà ben difficile poi spiegare: ci saranno i soldi per i progetti, ma non per il materiale di pulizia, ci saranno i soldi per gemellarsi con il Giappone, ma non per comprare il toner, ci saranno i soldi per attivare corsi speciali di grande impatto didattico e culturale, ma non i soldi per comperare libri per la biblioteca della scuola, e di seguito. Quello che molti per esempio non sanno è che dallo scorso anno le scuole pagano nei Comuni che non hanno previsto nell'apposito regolamento la non tassabilità delle scuole anche la Tarsu (Tassa per i rifiuti solidi urbani) e che lo Stato rimborsa solo l'80% di quella spesa. Ciò vuol dire che bisogna trovare ogni anno il 20% dei soldi che servono per pagare la Tarsu, anche se gli immobili sono di proprietà comunale (pare incredibile, ma non tutti i Comuni del Friuli hanno previsto nel regolamento la non tassabilità delle scuole).
In questa situazione la solitudine delle scuole (derivazione di un'autonomia applicata spesso solo per il suo lato "razionalizzatore", cioè tendente a far risparmiare soldi a parità di servizio) sta schiacciando l'iniziativa didattica e appiattendo tutto il lavoro dirigenziale a una serie di conti e conticini per far tornare le somme. Mi attendevo che la Regione cambiasse rotta anche in questo settore, perché ogni giorno di ritardo è un giorno di troppo. Speravo che la Regione aiutasse le scuole a trovare soluzioni che garantissero una gestione ordinaria senza affanni in modo da poter poi dedicare il proprio tempo a ricercare l'eccellenza, che non può coincidere con la ricerca dei soldi per pagare il toner o la Tarsu. Ma su questo punto per ora la mia speranza è stata vana.
Si parla molto di scuola in questi giorni e le confuse notizie sulla riforma Moratti contribuiscono solo a determinare un'incomprensione sia nei genitori sia negli insegnanti e nel personale ausiliario. Nell'ultimo documento pervenutoci qualche giorno fa, il ministero ci ha informati che la riforma verrà attuata a costo zero. Come si possa attuare una riforma a costo zero lo staremo a vedere, come si vive nelle scuole senza soldi lo stiamo già vedendo. Ci vorrebbero maggiori momenti di confronto progettuale tra scuole e istituzioni e meno emergenze. Sarebbe necessario a esempio che una parte delle risorse che la Regione destina alla formazione venissero dirottate all'istruzione, anche perché il primo segmento dell'obbligo ha bisogno di materiali, colori, strumenti, gioia, passione, non di conti della spesa e di cartoncini usati in tutte e due le facce per risparmiare.
Dirigente scolastico incaricato
Istituto comprensivo di Pagnacco


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL