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Mess.Veneto: Presto l’apertura di 82 centri per la somministrazione di medicine ai bambini definiti “iperattivi”

In Italia, dal 2001, la prescrizione di questi medicinali ai più piccoli è infatti aumentata addirittura del 280%

17/11/2006
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MessaggeroVeneto

UDINE. Sono oltre 500 i bambini del Friuli Venezia Giulia che vengono trattati con psicofarmaci: lo sostiene, in una nota, l’associazione “Giù le mani dai bambini”, che alla vigilia della Giornata mondiale dell’Infanzia ha lanciato un allarme su questa pratica terapeurica. In Italia, dal 2001, la prescrizione di questi medicinali ai più piccoli è infatti aumentata addirittura del 280% mentre negli Usa, dove i bambini in terapia sono più di 11 milioni, l’aumento è stato del 150%.
È l’allarme lanciato oggi da un cartello di associazioni tra le quali “Giù le mani dai bambini” con altre 100 organizzazioni e 230 mila addetti ai lavori del settore salute. Tutti insieme gli esperti hanno denunciato come gli psicofarmaci siano somministrati con troppa leggerezza ai minori e hanno lanciato un appello al ministro della Salute Livia Turco affinchè intervenga subito istituendo, anche, un tavolo di confronto al ministero.
«È un grande scandalo – ha affermato il portavoce di “Giù le mani dai bambini”, Luca Poma – se si pensa che si stanno aprendo in Italia 82 centri per la somministrazione di psicofarmaci ai bambini iperattivi, mentre le autorità di controllo sanitario avevano garantito l’istituzione di un solo centro d'eccellenza per regione in modo per prevenire gli abusi». A questo si aggiunge un altro elemento che gli esperti considerano allarmante: l’agenzia europea per i farmaci (Emea) ha autorizzato la somministrazione del Prozac, ribattezzata come “la pillola della felicità”, ai bambini già da 8 anni dopo appena 4-6 sedute di psicoterapia senza risultati. E la situazione è grave anche nelle scuole: «Gli istituti – ha detto Poma – non hanno risorse per affrontare il problema dei bambini super vivaci e così si sono già registrati i primi casi di alunni allontanati dalle scuole; chiediamo al ministro Fioroni di intervenire«.
Dura anche la posizione dello psicoterapeuta e direttore dell’istituto di ortofonologia di Roma Federico Bianchi di Castelbianco: «Chi all’Emea ha deciso ciò – ha commentato – è incompetente poichè in sei settimane nessuno può dichiarare fallita una psicoterapia. Ecco perchè il ministro Turco deve subito intervenire per neutralizzare la corsa agli psicofarmaci e limitare i danni della decisione dell’Emea, mentre chiediamo al ministro Fioroni di emettere una circolare affinchè le scuole siano messe in condizioni di gestire i cosiddetti bambini “Giamburrasca”.
In Italia, hanno sottolineato gli esperti, sono 30 mila i piccoli che già assumono psicofarmaci secondo uno studio dell’Istituto Mario Negri, ma si tratterebbe di un dato fortemente sottostimato. Inoltre, ha rilevato Poma, «secondo i dati del ministero della salute sono 700 mila i bambini affetti da disturbi psichici. Ciò vorrebbe dire che per ogni 100 bimbi 9 sono candidati ad assumere psicofarmaci; come dire che in ogni classe scolastica almeno due piccoli dovrebbe essere medicalizzati». Insomma, psicofarmaci “facili” e diagnosi troppo disinvolte.
Ma a cosa si deve questo boom di prescrizioni? «Sono dovute – ha affermato lo psichiatra Massimo Di Giannantonio dell’università di Chieti – a diagnosi non corrette, formulate da medici che non hanno il necessario bagaglio di informazioni ma anche diagnosi fatte da medici competenti come neuropsichiatri infantili e psichiatri adolescenziali che ritengono che alla base del disturbo dei bambini ci sia un fattore biologico curabile, quindi, solo con i farmaci».


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