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Mess.Veneto-No alla scuola "supermarket""

Ieri sono scesi in piazza comitati, Cobas, Cgil, formazioni studentesche e sinistra giovanile "No alla scuola "supermarket"" Gli studenti: istruzione venduta a caro prezzo, la riforma non...

13/02/2005
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MessaggeroVeneto

Ieri sono scesi in piazza comitati, Cobas, Cgil, formazioni studentesche e sinistra giovanile
"No alla scuola "supermarket""
Gli studenti: istruzione venduta a caro prezzo, la riforma non ci piace
IL CORTEO DI PROTESTA
Madre docente accanto al figlio leader del comitato giovanile: "Ridotto il numero delle cattedre, scaduta l'offerta formativa"


Sogni senza ideologie, musica e slogan per gli studenti medi scesi ieri in piazza XX Settembre. Rispetto alle Pantere del '68, il movimento dei ragazzi nati sul crinale degli anni '80 ha qualcosa di più. Più forza collettiva, transgenerazionale. Più voglia di tessere alleanze e gettare ponti tra banchi e cattedre, figli e padri. Il clima è cambiato e l'unico nemico è la riforma Moratti: lo combattono i collettivi "Spartaco" e "Studenti in movimento sempre" in tandem con il comitato "Per la scuola pubblica", la sinistra giovanile, Cobas e Cgil.
ALLEANZA TRA BANCHI E CATTEDRE. Il leader del Kollettivo Spartaco, nato e nutrito nel fortino liceale Leopardi-Majorana, è Simone Gimona: "Protestiamo insieme contro l'opera di devastazione che la ministra Moratti sta portando avanti - ha detto - contro tutto e tutti". Col comitato Per la scuola pubblica si allinea, convinta, Simonetta Vallone, docente di lettere e madre del leader di Spartaco: "I ragazzi capiscono il pericolo sotteso alla riforma - ha affermato -. Da docente delle medie di primo grado sono convinta che siamo di fronte a una non-riforma: una copertura per i tagli dei costi e degli organici della scuola pubblica. Il sistema istruzione ha bisogno di una riforma seria e condivisa, invece le scuole non hanno certezze sul domani e assistiamo a un attacco fortissimo allo stato sociale. La non-riforma avanza subdola, con un "non detto" che, intanto, riduce cattedre e posti di lavoro, tempo scuola e qualità dell'offerta formativa. Per esempio nelle medie sono diminuite le ore di lezione in educazione tecnica, lettere, inglese. Non possiamo restare indifferenti".
COLLETTIVI IN AVANSCOPERTA. Nati sul tramonto del 2004, i collettivi di Pordenone fanno movimento e la generazione "Aiax", che centrifuga le ideologie dei padri sulla neutralità partitica, ha saldi precetti. "La bandiera rossa è quella del Kollettivo - fuga i dubbi Vera Carniello del biennio Leo-Major, in trasferta dal Bronx per l'assembramento di piazza -. La riforma non ci piace perché non rispetta i diritti degli studenti delle scuole professionali: il loro diploma avrà valore soltanto nella regione Friuli Venezia Giulia". Per Elena Bellitto: "L'autogestione sarebbe giusta, ma per ora ci bastano le assemblee e giornate da protagonisti come questa". Al megafono Irene Grego incalza: "Guai a chi marina: prendiamoci le nostre responsabilità e manifestiamo, protestiamo vivendo in piazza il nostro disagio. Usciamo dalle aule, dalle case e facciamoci vedere, con la nostra energia e forza!". Avviata dai collettivi la raccolta firme per bloccare la riforma.
PER LA SCUOLA PUBBLICA. Genitori e docenti in prima linea con gli studenti, senza peli sulla lingua. "La difficoltà di vivere la scuola modello Moratti c'è - è convinta la docente Cobas Luigina Perosa, dal presidio del comitato di Pordenone -. La collegialità, la cooperazione, la scuola di tutti e che accoglie è archiviata da una riforma che seleziona, valuta, ingabbia in un'identità rigida ed esclude, abbassa l'obbligo scolastico. La scuola supermarket vende la merce istruzione a caro prezzo, per le famiglie sempre più confuse". Dal docente di latino Paolo Venti, pollice verso: "Gli aggettivi di una buona riforma della scuola - teorizza Venti - sono progressiva (offre formazione a tutti), coerente (con i principi pedagogici scelti), sicura (non crea il caos nelle scelte delle famiglie), globale (il mondo è ampio e il valore di un diploma non può limitarsi ai confini regionali friulani) e capace di garantire dignità professionale ai docenti. La riforma non ha questi aggettivi e proprio non ci piace".
PIÙ SIAMO E MEGLIO STIAMO. "Il movimento è vivo e la riforma andrà alle ortiche - dichiarano i ragazzi SmS -. Le iniziative continueranno tutto con discussioni e manifestazioni insieme ai professori. Una vita troppo normale e troppo borghese non ci serve per il futuro, ma la scuola sì. Guai a chi ci tocca il diritto di studio".
Chiara Benotti


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