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Mess.Veneto: Nasce il "metal-bidello"

Lavoro precario. Il fenomeno riguarda anche assistenti tecnici di laboratorio e amministrativi di segreteria

15/05/2005
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MessaggeroVeneto

Il caro vita si fa sentire e gli effetti si fanno evidenti soprattutto nel mondo della scuola e in quello delle fabbriche. Sempre più bidelli precari stanno scegliendo un impiego part-time nel settore dell’istruzione, abbinandolo a un secondo lavoro da metalmeccanici in una delle fabbriche della Destra Tagliamento per 5 giorni a settimana. La necessità di far quadrare il bilancio familiare con salari sempre più esigui, sia nella scuola che negli stabilimenti industriali, ha fatto sì che si determinasse, nel Pordenonese, lo sviluppo di una nuova figura professionale: il metal-bidello. Un ibrido professionale per campare, da supplenti e operai. Stesso fenomeno nel settore degli assistenti tecnici di laboratorio e amministrativi di segreteria, cultori della nuova arte di arrangiarsi.

«Una quindicina di dipendenti tecnici-amministrativi e oltre una cinquantina di ausiliari nelle scuole del Friuli occidentale hanno scelto l’incarico annuale part-time di supplenza per conciliarlo con il lavoro in fabbrica - ha reso noto la nuova dinamica occupazionale tutta made in Nordest il sindacalista provinciale della Flc-Cgil Gianfranco Dall’Agnese -. I nostri uffici riscontrano una crescente domanda di supplenze temporanee a tempo parziale, possibilmente concentrate al sabato: per esempio, vengono richieste sei ore nel fine settimana in modo tale da riuscire a ottenere punteggio nelle graduatorie e allo stesso tempo di mantenere il lavoro in azienda o altrove nel resto della settimana. Il doppio lavoro nel pubblico e nel privato è ormai per molte persone una scelta obbligata per sopravvivere alla precarietà».

I bilanci in euro? Circa 350 euro mensili con incarico a “tempo-corto” nella scuola (sei ore di servizio settimanale concentrate in particolar modo al sabato fanno scivolare a 200 euro la busta paga), più il salario ottenuto come operai a seguito della contrattazione nel privato.

«C’è tanta paura per il futuro occupazionale - ha inquadrato lo stato d’animo della categoria precari Ata (ausiliari, tecnici e amministrativi) Gianfranco Dall’Agnese -. Ci sono anche docenti supplenti che si sdoppiano tra un incarico in cattedra e attività di call-center, baby-sitteraggio, ripetizioni private e incarichi nel settore aziendale a tempo e altro. Siamo per esempio venuti a conoscenza del caso di un ingegnere di Cordenons che si è licenziato dall’azienda in settembre e ha poi accettato l’assunzione in ruolo nello Stato».

Brutta bestia, la precarietà. I supplenti vanno a caccia di due lavori compatibili: il part-time nello Stato permette di aggiungere incarichi professionali nel settore privato, senza conflitto di interessi. Negli anni Ottanta il “doppio-lavorista” era spinto dall’edonismo. «Nel terzo millennio, invece, due lavori sono sempre più spesso necessari per un precario che deve mantenere la famiglia - ha dichiarato l’esponente della Cgil Dall’Agnese -. Due lavori dipendenti che diano un reddito mensile di circa mille euro totali e nessuno naviga nell’oro».

In principio c’era il bidello-pizzaiolo, sovente in trasferta dal Sud per ottenere l’assunzione in ruolo. Oggi la realtà è cambiata. Pordenonese purosangue e preoccupato sul futuro, la realtà ci viene raccontata da un tecnico di laboratorio-imbianchino nel tempo libero.

«Se fossi precario e lavorassi part-time non ce la farei a vivere - racconta un dipendente Ata precario di Pordenone -. Imbianco appartamenti e mi offro per qualche lavoretto di manutenzione per clienti e amici, con la “parcella” naturalmente in nero. Non è una bella prospettiva dover attendere altri 8-10 anni per ottenere l’assunzione in ruolo».

Chiara Benotti


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