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Mess.Veneto-Le scuole invieranno le cartelle Inpdap a Roma -I presidi si rifiutano di pagare gli interessi di mora per i ritardi determinati dal ministero

La protesta è stata decisa nell'assemblea della Cgil. Approvate le sezioni "Primavera" per i bambini di due anni e mezzo nelle materne Le scuole invieranno le cartelle Inpdap a Roma ...

18/01/2005
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MessaggeroVeneto

La protesta è stata decisa nell'assemblea della Cgil. Approvate le sezioni "Primavera" per i bambini di due anni e mezzo nelle materne
Le scuole invieranno le cartelle Inpdap a Roma
I presidi si rifiutano di pagare gli interessi di mora per i ritardi determinati dal ministero
LA PROTESTA
Ogni istituto deve pagare circa mille euro


Gli istituti scolastici protestano contro le ingiunzioni di pagamento ricevute dall'istituto di previdenza Inpdap che ha fatto i conteggi degli interessi di mora sui contributi pagati in ritardo dalla stragrande maggioranza delle scuole friulane. I dirigenti scolastici si rifiutano di pagare le cifre, che mediamente raggiungono i mille euro, e si preparano a inviare le cartelle al ministero dell'Istruzione (Miur). Secondo la stragrande maggioranza degli interessati, infatti, si tratta di una spesa imprevista visto che il Miur aveva garantito la soluzione del contenzioso attraverso la sottoscrizione di un'intesa non ancora perfezionata.
Da qui la rabbia dei dirigenti e della Cgil-scuola che fornirà ai presidi una modulistica uniforme da inviare al ministero. Così è stato deciso, ieri, dall'assemblea convocata dal sindacato, alla quale hanno partecipato decine di dirigenti scolastici. Durante l'incontro sono state affrontate nel dettaglio anche altre problematiche: dall'attività formativa per gli studenti nel passaggio dalla scuola media alle superiori, alla gestione delle iscrizioni anticipate alle scuole materne fino all'organizzazione dell'offerta formativa nelle elementari e medie a fronte della riduzione dell'orario settimanale e dell'inserimento di attività integrative.
FORMAZIONE PROFESSIONALE. La riforma Moratti ha fissato l'obbligo scolastico a 14 anni e l'inizio dell'obbligo formativo a 15, creando di fatto l'interruzione di un anno. Per garantire la formazione (suddivisa in istruzione e addestramento alla professione) tra i due cicli, il ministero dell'Istruzione (Miur) ha siglato un accordo con le Regioni, ognuna delle quali ha provveduto a declinarlo secondo le sue specificità. Il Friuli Venezia Giulia ha assegnato il compito di "traghettare" gli studenti dalle scuole medie alle superiori attraverso i centri di formazione professionali, i quali per alcuni insegnamenti possono affidarsi agli istituti scolastici. "Questa modalità operativa - ha affermato il segretario regionale della Cgil-scuola, Antonio Luongo - non consente di monitorare il passaggio degli studenti dalle medie alle superiori poiché i centri di formazione non sono soggetti a controlli. Dalle verifiche risulta che tale modus operandi ha già creato una dispersione scolastica. In provincia, infatti, circa 100 studenti (300 in regione) dopo aver concluso il triennio delle medie, non risultano iscritti alle superiori".
ANTICIPI MATERNE. I dirigenti scolastici hanno approvato la proposta della Cgil di istituire le "Sezioni Primavera", soprattutto nelle scuole medio-grandi. "La direzione regionale dovrà monitorare le iscrizioni - ha sottolineato Luongo -, verificare la disponibilità di personale qualificato e controllare con gli enti locali la presenza di spazi per le nuove sezioni. Per quanto riguarda le scuole più piccole, invece, i dirigenti hanno chiesto di definire un rapporto tra alunni anticipatari e normali, inserendo al massimo 3 o 4 bambini di 2 anni e mezzo in una sezione composta da 25 "grandi"".
TEMPO SCUOLA. La riduzione di 3 ore dell'orario obbligatorio settimanale nelle elementari e medie inferiori, si traduce in una nuova organizzazione dei Piani dell'offerta formativa (Pof). Per sanare i tagli alla didattica prevista dalla riforma Moratti, i dirigenti sono orientati a utilizzare le tre ore facoltative per l'insegnamento di educazione musicale, tecnica e della lingua straniera visto che, dal prossimo anno, verranno meno anche i docenti specializzanti di inglese.
Ilaria Gonano


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