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Mess.Veneto-Contratti d'istituto, mancano i soldi

Insegnanti ed esponenti del personale Ata vedono messi in pericolo gli straordinari Problemi anche sul fronte delle materne Contratti d'istituto, mancano i soldi La Cgil ai presidi: ne...

18/10/2005
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MessaggeroVeneto

Insegnanti ed esponenti del personale Ata vedono messi in pericolo gli straordinari Problemi anche sul fronte delle materne
Contratti d'istituto, mancano i soldi
La Cgil ai presidi: nell'ufficio scolastico regionale non ci sono fondi
ISTRUZIONE
"I dirigenti scolastici sottoscrivono i contratti di istituto 2005-2006, ma nelle casse dell'ufficio scolastico regionale non ci sono risorse".
L'allarme sui fondi è della segreteria regionale Cgil: ha l'impatto di un meteorite su docenti e Ata che, a centinaia in provincia, fanno progetti e lavoro straordinario da settembre. Ceri votivi accesi sulle risorse (accredito al 2006, se va bene?) e sui contratti sottoscritti dai capi di istituto, è un rebus la copertura. In caso di anoressia dei finanziamenti, progetti didattici mozzi o, peggio, insegnanti e bidelli pagati con un modesto "forfait". Scontenti tutti, è ovvio.
"Servirebbe una chiara attribuzione di responsabilità dell'ufficio scolastico regionale (Usr) - incalza il segretario cigiellino del Friuli Antonio Luongo -. Non ci sono fondi per retribuire le attività di docenti e Ata, però l'amministrazione nega l'evidenza, in modo ingiustificabile".
Ai ferri corti sindacali, con l'Usr. Per un sacco di ragioni che potrebbero virare alla mobilitazione, allo sciopero Ata. Una questione di organici impoveriti, irrisolta. "Il funzionamento degli uffici di segreteria e la vigilanza sui minori è fortemente limitata - segnala Luongo e gli fa eco in provincia il collega Gianfranco Dall'Agnese -. A questo quadro pesante si aggiunge il fatto di avere il più alto numero nazionale di ausiliari "non idonei": il 5% è la media regionale, ma ci sono punte del 50% in alcuni plessi (nel Pordenonese oltre una sessantina di bidelli con il mansionario ridotto per motivi di salute ndr ). Chiamiamo il personale alla mobilitazione, perché non ci sono risposte soddisfacenti".
Ultimatum Cgil all'ufficio regionale, anche sulla questione dei bambini anticipatari nelle scuole dell'infanzia. La "selvaggeria" dell'inserimento degli "under 3" nelle sezioni di materna, non piace al sindacato. "In divieto alle disposizioni vigenti - continua Luongo -, alcuni dirigenti scolastici hanno ammesso alla frequenza della scuola dell'infanzia bambini al di sotto dei 3 anni di età. Manca un accordo regionale in merito, non sussistono le condizioni previste dalla legge di riforma: siamo di fronte a un inserimento selvaggio. In caso di incidente a scuola dei bambini irregolarmente ammessi, la responsabilità civile sarà scaricata su maestre e ausiliari".
Cgil chiede una svolta amministrativa. "Il mondo della scuola è preoccupato - conclude il sindacalista - anche per l'anarchia dei comportamenti dei 4 ex-Provveditorati regionali. Non intendiamo assistere passivamente alla situazione deteriorata. Questo è l'ultimo avviso, al direttorato".
Chiara Benotti


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