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Mattino-Tagliati ottomila prof: penalizzate Campania, Sardegna, Basilicata, Puglia

Tagliati ottomila prof: penalizzate Campania, Sardegna, Basilicata, Puglia Scuola, meno docenti al Sud Protestano i sindacati: un "disastro sociale" DANIELA LIMONCELLI Scuola, 8mila posti in men...

13/03/2003
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Il Mattino

Tagliati ottomila prof: penalizzate Campania, Sardegna, Basilicata, Puglia
Scuola, meno docenti al Sud
Protestano i sindacati: un "disastro sociale"
DANIELA LIMONCELLI
Scuola, 8mila posti in meno dal prossimo anno scolastico. Falcidiati gli insegnanti al Sud. Qualche esempio? In Campania ce ne saranno 1.343 in meno(-1,50%), in Basilicata 1.106 (-3,18%), in Sardegna 933 (con -3,83%, la regione più penalizzata). Si procede con i tagli annunciati. Sono stati fissati, a dispetto delle proteste del mondo degli insegnanti e dei sindacati della scuola, nella circolare del ministero dell'Istruzione dello scorso 7 marzo. Un taglio già previsto dalla Finanziaria e al centro di varie riunioni, nei giorni scorsi, tra ministro Moratti e sindacati, terminate con la proclamazione dello sciopero per il 24 marzo dei sindacati Cgil, Cisl, Uil, Snals.
"Un disastro" commenta Massimo Di Menna, segretario nazionale della Uil-Scuola. "Si trasformerà - spiega - in un problema sociale. Non è stata fatta una verifica tra la riduzione degli alunni e i tagli. Si è proceduti in modo rigido stabilendo un tetto prefissato che dimostra come la scuola sia ritenuta un settore su cui 'risparmiare' e non investire. Il Sud ne esce fortemente penalizzato: non si tiene conto nè del problema-disoccupazione nè che proprio in queste regioni è più alto il bisogno di formazione e la percentuale di abbandoni scolastici". Un disastro, anche perchè, in Finanziaria, ricorda Di Menna, è prevista una riduzione di 12.500 posti. Gli altri tagli, quindi, verrebbero realizzati attraverso delle "economie": le cattedre libere, per esempio, invece di essere coperte da supplenze sarebbero occupate da docenti in esubero a disposizione delle scuole.
Ma la circolare è ormai stata firmata. Così che gli uffici scolastici regionali possano provvedere con "la massima sollecitudine" alla definizione degli organici dei docenti per il 2003/2004. Il ministero ha già trasmesso la bozza del decreto interministeriale sulla materia, da assumere insieme con il ministero dell'Economia e delle Finanze. Le dotazioni organiche sono assegnate a livello regionale: spetterà ai direttori regionali procedere alla ripartizione del personale tra le province "sulla base dei criteri definiti dal decreto". Meno insegnanti rispetto a questo anno in corso ma, sottolinea il ministero, tenendo presente "l'effettiva situazione degli alunni, previsioni sul prossimo anno, compresi i flussi di scolarità degli ultimi anni".
Nelle elementari circa 700 prof in meno, quota non utilizzata per altre esigenze (formazione delle classi, costituzione di posti per il sostegno, costituzione di posti per l'insegnamento della lingua straniera). Il taglio dovrebbe essere di circa 1.900 posti. Per l'istruzione secondaria, si è ricondotta a 18 ore la quantità oraria delle cattedre oggi costituite con orari di insegnamento inferiore. Per la scuola materna, invece, per venire incontro alle esigenze delle famiglie e ridurre il fenomeno delle liste di attesa, è stato confermato, in ciascun ambito regionale, il numero di posti istituiti in questo anno scolastico. I posti di sostegno? Uno ogni 138 alunni.
I posti disponibili, si legge nell'articolo 1 della bozza di decreto, sono definiti "in base alla previsione dell'entità del numero di alunni,alle esigenze degli alunni portatori di handicap, al grado di densità demografica delle varie zone e situazione socio-economica. L'insegnamento della lingua straniera alle elementari "è assicurato - si precisa nell'articolo 3 - nell'ambito delle dotazioni organiche, nelle classi del secondo ciclo elementare". Ma i dirigenti scolastici, in via subordinata, possono essere attivati altri posti "in ragione di 6 o 7 classi per ciascun insegnante elementare specialista". Oggi, nuovo appuntamento per la scuola: il voto finale in Senato sulla riforma.


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