Mattino-Padova-Ministero non riconosce l'anzianità di servizio Bidelli e tecnici di laboratorio si rivolgono al giudice
Ministero non riconosce l'anzianità di servizio Bidelli e tecnici di laboratorio si rivolgono al giudice Da tre anni attendono il riconoscimento di un sacrosanto diritto. Per ottenerlo sarann...
Ministero non riconosce l'anzianità di servizio Bidelli e tecnici di laboratorio si rivolgono al giudice
Da tre anni attendono il riconoscimento di un sacrosanto diritto. Per ottenerlo saranno costretti a rivolgersi al giudice del lavoro. E' una vertenza infinita quella che vede opposti 270 tra collaboratori scolastici, insegnanti tecnico-pratici e assistenti amministrativi al Miur, il Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. Sono quelle figure professionali che hanno beneficiato dell'opportunità di transitare dagli enti locali (Comuni e Province) direttamente alle dipendenze del ministero, a partire dal 1 gennaio Duemila. L'articolo 8 della legge 124/99 stabiliva che con il passaggio sarebbero stati riconosciuti automaticamente i diritti previdenziali e l'anzianità di servizio maturati presso l'ente di provenienza. Purtroppo la vicenda ha preso un'altra piega. A collaboratori, tecnici e amministrativi sono state riconosciute soltanto le contribuzioni. In tema di anzianità il Miur ha interpretato la norma in maniera restrittiva. La circolare diramata ai dirigenti scolastici, cui spetta il compito di attuare la procedura di inquadramento,"invita" a tener conto della posizione stipendiale piuttosto che dell'anzianità di servizio. In pratica i neo dipendenti del ministero si sono visti decurtare la carriera mediamente di 3-4 anni. Le organizzazioni sindacali della scuola di Cgil, Cisl e Uil oltre alle sigle autonome Snals e Cobas sono immediatamente corse ai ripari presentando un ricorso al Tar del Lazio. Ma a distanza di tre anni i giudici amministrativi non si sono ancora pronunciati. Nel frattempo le procedure di inquadramento si sono ulteriormente ingarbugliate. Il ministero ha più volte modificato le modalità di calcolo. I dirigenti scolastici non sapevano più che pesci pigliare. A quel punto non restava altra strada che quella del ricorso. L'iter obbliga i sindacati ad esperire un tentativo di conciliazione presso il Csa, l'ex-Provveditorato agli Studi. Venerdì scorso le delegazioni di Cgil, Cisl e Snals sono state ricevute in via Sammicheli. Ma non hanno cavato un ragno dal buco. Il Csa ha respinto le richieste sulla base di una circolare ministeriale che invita a tenere conto di un recente pronunciamento della magistratura torinese, favorevole al Miur. "Peccato - osserva Salvatore Mazza (Cgil Scuola) - che altre sentenze (Cuneo, Campobasso, Treviso e Milano) diano ragione ai ricorrenti. Di fronte a quest'atteggiamento ostruzionistico non potremo fare altro che istruire i ricorsi al giudice del lavoro. Li presenteremo a settembre".
Luca Ingegneri