Mattino di Padova: Scuola, via 2500 posti
Il personale Ata ne perde 925. «Si apre senza bidelli»
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(FELICE PADUANO)
VENEZIA. Arriva la stangata sulla scuola pubblica del Veneto. Lunedì pomeriggio la responsabile dell’Ufficio scolastico regionale, Carmela Palumbo, ha comunicato ai sindacati regionali di categoria i tagli definitivi, decisi dal ministero dell’Istruzione (la parola pubblica è stata abolita già ai tempi del ministro Letizia Moratti) per quanto riguarda il personale Ata (impiegati, tecnici e bidelli) per l’anno scolastico 2010-2011. I posti in meno sono 925, che si vanno ad aggiungere ai 1633 tagli per i docenti veneti, già comunicati oltre un mese fa. La provincia più penalizzata risulta Padova, con meno 169 posti Ata. A Treviso salteranno altri 159 posti, mentre a Venezia i tagli saranno «soltanto» 128. Le altre scuole della regione, dove si dovrà lavorare sempre con meno addetti alla segreteria, assistenti tecnici e collaboratori, sono quelle delle province di Vicenza (meno 166) e Verona (164). Tra il personale Ata la categoria più colpita è quella dei bidelli. Meno 679 in tutto il Veneto, dei quali 132 a Padova, 118 a Treviso e 95 a Venezia. Di conseguenza i tagli totali nella scuola del Veneto, tra docenti e non docenti, assommano a 2500 unità. Ai quali, in base alla manovra triennale decisa già l’anno scorso dall’accoppiata Tremonti-Gelmini, bisogna aggiungere i 2.500 posti tagliati nel 2009 ed altrettanti il prossimo anno.
In tutto, in soli tre anni, la scuola pubblica regionale perde ben 7.500 persone, tra insegnanti, assistenti amministrativi e tecnici vari. «A questo punto in tante scuole, a partire da settembre, non ci saranno più i bidelli addetti all’apertura e alla chiusura dei singoli plessi - sottolinea Giuseppe Benegiamo, della segreteria regionale della Uil del settore-. La collaborazione dei bidelli all’utilizzo della mensa nelle scuole a tempo pieno e a tanti altri servizi interni non potrà più essere garantita come oggi e, naturalmente, tante aule non potranno più essere pulite in profondità. «Ancora più pungenti i commenti del segretario regionale regionaledella Cisl-scuola, il maestro di Cittadella, Nereo Marcon e del suo collega della Cgil, Salvatore «Totò» Mazza. «Con questi ulteriori tagli non viene ferito a morte soltanto il lavoro dei docenti e del personale Ata nelle scuole, ma viene colpito anche e specialmente il cosiddetto Pof, ossia il piano dell’offerta formativa in ogni singola scuola - sottolinea Marcon -. In pratica la qualità dell’insegnamento e dell’istruzione rischia di andare a farsi benedire perché non ci saranno più le risorse umane per garantire a tutti gli studenti una scuola di buon livello e ben amministrata. «Di più ampio respiro politico anche il giudizio del docente padovano di scuola media superiore, di origini siciliane, Mazza. «Questa è una vera e propria macelleria, sia culturale che sociale - sostiene il segretario della Cgil-. Tutti questi tagli si riflettono automaticamente sui bisogni degli studenti e delle famiglie. Avremo classi sino a 32 alunni in una sola aula. La scuola elementare a tempo pieno dovrà essere ridotta o totalmente vanificata per mancanza di risorse. I laboratori, anche quelli d’informatica, non potranno più funzionare al meglio. Gli enti locali, poi, non potranno fare altro che accettare passivamente questa nuova e brutta scuola pubblica».