Mattino di Padova-Scuola si cambia, ma sul decreto è rivolta
Scuola si cambia, ma sul decreto è rivolta Il programma per elementari e medie coalizza sindacati e professori contro la Moratti Cgil: "Prodotto di scarso valore e pessima quali...
Scuola si cambia, ma sul decreto è rivolta
Il programma per elementari e medie coalizza sindacati e professori contro la Moratti
Cgil: "Prodotto di scarso valore e pessima qualità"
ROBERTA RIZZO
MILANO. Scuola, si cambia. Ma la 'rivoluzione' della Moratti non convince. Niente storia antica alle medie ma solo nelle elementari, e in terza classe della secondaria di primo grado lo studio del crollo del comunismo nei Paesi dell'est e dell'integrazione europea. E poi ancora l'educazione all'affettività, ovvero educazione sessuale e addirittura, durante le ore di italiano, anche l'analisi di Tg, talk show e pubblicità. E per le bambine un ritorno al passato: 'educazione domestica'.
La 'rivoluzione' morattiana è contenuta in 100 pagine di allegati che accompagnano il primo decreto attuativo. E le reazioni da parte dei sindacati della scuola è immediata e fortissima. "Nel decreto si evidenziano scelte che fanno tornare indietro i contenuti dello studio", ha detto Massimo Di Menna, segretario generale della Uil, "non c'è collegamento tra l'insegnamento delle varie discipline nei nuovi piani di studio. Continueremo a rappresentare le ragioni della nostra contrarietà con un altro sciopero entro la fine di marzo".
Ma anche Enrico Panini della Cgil è molto duro: "E' un prodotto di scarsissimo valore e di pessima qualità. Questo è molto grave se si pensa che la nostra scuola ha sempre conosciuto ottimi programmi d'insegnamento". Non sono da meno le critiche di Daniela Colturani della Cisl: "Su questa riforma avevamo grandi aspettative ma il decreto riporta la scuola indietro di molti anni. E' anacronistica".
Il ministro Letizia Moratti non si cura delle polemiche e ieri, alla Camera, durante il question time, ha lanciato un'altra idea: quella della costituzione a livello nazionale di un'anagrafe unitaria degli abbandoni scolastici e un piano nazionale per l'orientamento. Questa l'arma del governo per combattere il fenomeno della dispersione scolastica. La Moratti ha quindi ricordato che 'innalzamento dell'obbligo scolastico introdotto dalla legge 9/99 non assicurava il conseguimento di nessuna qualifica e di nessun diploma e che i ragazzi, dopo il primo anno obbligatorio, spesso non proseguivano gli studi. Il ministro ha poi ricordato l'intesa siglata tra i ministri dell'Istruzione e dell'Interno per prevenire e recuperare la dispersione scolastica e contro esclusione sociale e disagio giovanile. Intesa che prevede interventi formativi per i giovani. "Gli interventi", ha detto la Moratti, "sono complessivamente 1255 per 33 mila allievi e si prevede il coinvolgimento di altri 22 mila studenti".
Ma le parole della Moratti non calmano la forte protesta in atto negli atenei italiani. Oggi saranno occupati simbolicamente i rettorati e si faranno assemblee con inevitabili ripercussioni sulla didattica.
Il pacchetto delle iniziative è stato deciso lo scorso 17 febbraio al termine dell'affollatissima manifestazione nazionale alla Sapienza di Roma organizzata dalle associazioni della docenza universitaria per dire 'no' al disegno di legge della Moratti per riordinare il reclutamento e stato giuridico dei professori universitari.
Un provvedimento che, secondo la grandissima parte del mondo accademico, precarizza la figura dei ricercatori e generalizza la doppia prefessione per i docenti.