FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3799299
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Mattino di Padova-No alla Moratti, contestato il mini-blocco

Mattino di Padova-No alla Moratti, contestato il mini-blocco

Paolo Vigato No alla Moratti, contestato il mini-blocco Stop alla didattica soltanto giovedì docenti e ricercatori criticano il Bo Le organizzazioni avevano proposto di ...

11/10/2005
Decrease text size Increase text size
Il Mattino di Padova

Paolo Vigato
No alla Moratti, contestato il mini-blocco
Stop alla didattica soltanto giovedì docenti e ricercatori criticano il Bo
Le organizzazioni avevano proposto di sospendere le lezioni tutta la settimana Scioperi già in corso


PADOVA. L'università di Padova si fermerà giovedì per mezza giornata, con blocco di tutte le attività didattiche dalle 10.30 alle 14.30. E' l'indicazione formalizzata dal Senato accademico, su proposta del rettore Vincenzo Milanesi, come "risposta" locale all'approvazione della riforma Moratti da parte del Senato. Una protesta convinta - il Bo con il suo Magnifico è sempre stato in prima fila nell'opposizione al disegno di legge per il riordino della docenza - ma anche limitata.
Lo "sciopero" propugnato dal Palazzo (peraltro la mozione del Senato accademico era già stata contestata da diversi suoi membri) è infatti circoscritto alla sola giornata di giovedì, e per giunta in un arco orario ristretto (corrispondente all'effettuazione di assemblee di facoltà per discutere e manifestare la loro posizione rispetto al Ddl governativo). Mentre già da parecchi giorni buona parte delle organizzazioni di categoria dei docenti avevano espresso, unitariamente in sede nazionale, propensioni ben più combattive: proponendo lo stop alle lezioni per l'intera settimana, e sollecitando anche iniziative "dimostrative" radicali come l'autosospensione da parte degli organi accademici collegiali. Indicazione che, quanto al blocco della didattica per tutta la settimana, è stata raccolta in molte facoltà di numerosi atenei (addirittura Scienze Umanistiche di Roma 3 ha avviato la sospensione delle lezioni fino al 23 ottobre). E in minore misura si sta già scioperando anche a Padova in alcune facoltà, particolarmente a Lettere e Filosofia dove diversi docenti ieri hanno iniziato a non tenere le lezioni.
Fatto sta che in ateneo c'è un diffuso malumore nei confronti del pronunciamento - considerato "blando" - assunto dal Senato accademico. Già nei giorni precedenti l'adozione della mozione da parte del massimo organo di governo collegiale, in particolare l'assemblea dei docenti della facoltà di Psicologia aveva preso un'iniziativa critica verso il Bo: contestando, con un documento ufficiale, alle autorità di ateneo l'assenza di indicazioni appunto rispetto all'astensione dalla didattica per l'intera settimana. Ora che il Senato si è pronunciato, con la proposta del blocco solo per giovedì, gli stessi professori esprimono dissenso. "Era necessario dare anche a Padova un forte segnale di contrarietà profonda alla riforma Moratti" sottolinea Alberto Mazzocco, che era stato fra i promotori del messaggio lanciato da Psicologia. "Ebbene, non si può proprio dire che il Bo lo abbia fatto. Attendiamo comunque di vedere come si muoverà Milanesi nei prossimi giorni, considerate anche le altre iniziative di lotta che si prospettano: come ad esempio le dimissioni da parte dei rettori, che alcuni hanno intenzione di proporre giovedì stesso a Roma alla riunione della Crui. Il punto è che questo disegno di riordino della docenza va fermato: perché non è solo "discutibile" per tanti versi, ma soprattutto pregiudica gravemente l'immissione di forze giovani nel sistema universitario, introducendo inaccettabili forme di precariato che incrementeranno ulteriormente la fuga dei cervelli".
I più contrari sono naturalmente i ricercatori, i cui rappresentanti non nascondono la delusione per il pronunciamento del Senato del Bo. "Che ha espresso una posizione carente, e neanche del tutto corretta" commenta Paola Mura. "Fra l'altro, se la preoccupazione di rettore e qualche preside di facoltà era per la "perdita" di una settimana di didattica, si tenga presente che nel calendario accademico è prevista precisamente una settimana per i recuperi delle attività saltate, per malattia o altro". "Ma oltre a dire no alla Moratti", conclude Luciano Secco, "dobbiamo cominciare a dire in positivo cosa vogliamo in tema di riforma, anche sul piano politico, affinché questo disegno venga cambiato dal prossimo Parlamento".


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL