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Massa, bocciati per la seconda volta

A Pontremoli confermati gli scrutini: i cinque bambini di prima elementare dovranno ripetere l’anno ● La rabbia dei genitori contro le classi pollaio. La scuola: «Vogliamo tutelarli»

23/06/2012
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l'Unità

Al diavolo le polemiche, i dubbi del Miur, le ispezioni e lo scandalo pubblico. Il consiglio di classe della scuola Tifoni di Pontremoli, in provincia di Massa Carrara, tira dritto per la sua strada e conferma per la seconda volta la bocciatura di cinque alunni della prima elementare, tra cui tre figli di genitori extracomunitari e un disabile. Difende la decisione il preside dell’istituto Angelo Ferdani che fin dall’inizio ha parlato di «provvedimento adottato per tutelare gli alunni» e già a marzo aveva scritto al Tar per annunciare le cinque bocciature e di conseguenza l’assenza di ragioni a creare una terza classe, visto lo “sfoltimento” del numero degli studenti.

LA CLASS ACTION Non la pensano così i genitori che ora minacciano una class action, dopo avere già vinto il ricorso al Tar contro le due classi pollaio di prima elementare salite in questi giorni agli onori della cronaca, rispettivamente di 29 (tra questi i 4 bocciati, compreso il disabile) e 30 alunni (un bocciato). Lo stesso vale per il comitato della Tifoni, costituito da 65 famiglie e nato due anni fa in seguito alla chiusura di tre plessi scolastici per questioni di inagibilità causando l’elevata densità di studenti dell’istituto attuale. «Siamo tornati alla scuola degli anni ‘50 dicono dal comitato siamo di nuovo ai tempi di “Lettera a una professoressa” di Don Milani». È un fatto che la decisione non sia di quelle che passano inosservate, infatti non succede. All’indomani della prima bocciatura degli alunni la Cgil insorge, la politica si mobilita, il Pd presenta un’interrogazione parlamentare al ministro Profumo e chiede un’ispezione immediata nella scuola toscana, lo stesso fa il Pdl che parla di «caso» che esula dal buonsenso. Il Miur si attiva per l’ispezione guidata dal direttore dell’ufficio scolastico regionale toscano Angela Palamone. L’esito non è immediato, ma il preside si affretta a precisare che non sono state riscontrate anomalie, in realtà le valutazioni non ci sono ancora e il verdetto definitivo dice ben altro, parla di «mancanza di motivazioni di eccezionalità, tali da giustificare la bocciatura», addirittura i bambini avrebbero preso anche dei buoni voti nel corso dell’anno, dunque gli scrutini devono essere rifatti. È quanto avviene giovedì, ma ancora una volta il risultato non cambia. Il preside continua a ripetere di avere la coscienza a posto e fa sapere di avere preso un caffè con un genitore dell’alunno disabile senza avere percepito nessun rancore nei propri confronti. Ma dal comitato arrivano altre voci e queste delineano situazioni familiari alquanto complesse. Insomma, le parole del dirigente vanno prese con le molle, si dice, perché il contesto è delicato e le relazioni familiari sono tutte da esplorare. Anche per quanto riguarda la puntuale informazione sull’andamento scolastico dei figli ai rispettivi genitori, così come dichiarato a più riprese dai responsabili dell’istituto, a Pontremoli viene sollevato più di un dubbio. Di certo c’è che a dispetto del clamore suscitato cinque alunni sono stati bocciati per la seconda volta. Per il senatore Pd Andrea Marcucci si tratta di un «braccio di ferro consumato sulla pelle di cinque bambini e delle loro famiglie». E continua: «ll consiglio di classe edil dirigente si sono assunti una responsibilità enorme, che mal si concilia con la loro missione formativa. Mi auguro intervenga di nuovo il Tar». Parla di «fallimento dell’intero sistema scolastico» la senatrice dell’Italia dei valori Giuliana Carlino, il segretario provinciale di Flc Cgil Fabrizio Rocca sollecita «quote di organico compatibili con le richieste specifiche» e, infine, cita le parole di Don Milani la responsabile scuola del Pd Toscana Daniela Lastri: «Non vogliamo una scuola che curi i sani e respinga i malati


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