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Marttino di Padova-Formazione degli insegnanti le prospettive non sono rosee

Formazione degli insegnanti le prospettive non sono rosee Umberto Curi, sul mattino di sabato 24 luglio, pone la delicatissima questione della formazione e dell'arruolamento degli insegn...

31/07/2004
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Formazione degli insegnanti le prospettive non sono rosee
Umberto Curi, sul mattino di sabato 24 luglio, pone la delicatissima questione della formazione e dell'arruolamento degli insegnanti in termini un po' riduttivi. E' meglio avere un corpo docente dotato di una buona preparazione scientifica e culturale generale, ancorché digiuno sul piano pedagogico-didattico (com'è stato fin qui), anziché tanti professori "asini", bravissimi nel padroneggiare tecniche didattiche sofisticate, ma incompetenti sul piano scientifico culturale generale (come il recente decreto Moratti proporrebbe). Se è questo, come mi è sembrato, il nocciolo del ragionamento di Curi, non si può che essere d'accordo con lui.
Tuttavia, chi vive e lavora nella scuola sa che, almeno per quanto riguarda il segmento della secondaria superiore, la situazione è oggi più complessa. Molti professori colti e preparati, che fino a 20 o 15 anni fa "facevano lezione" a studenti già selezionati e motivati, con i quali in linea di massima condividevano valori e cultura di riferimento, si ritrovano frustrati e impotenti. Oggi (fortunatamente) alla scuola superiore si iscrivono quasi tutti. E' la generazione cresciuta davanti alla tivù, per la quale la lettura di un libro è spesso impresa ardua, soprattutto per coloro - la maggioranza - che frequentano i tecnici e i professionali. La nostra scuola superiore ne rifiuta tanti, troppi, se è vero che tra i nostri ventenni poco più del 65% possiede un diploma o una qualifica, mentre in Germania, Francia e Gran Bretagna questa percentuale sale all'85% e oltre (nell'Ue hanno fatto peggio di noi solo Spagna e Portogallo).
Dunque, la scuola dei docenti dotati di una buona preparazione scientifica e culturale generale, ancorché digiuni sul piano pedagogico-didattico, sta dando risultati non ottimali in termini di equità del sistema (e anche in termini di efficacia, come dimostrano gli esiti mediocri degli studenti italiani nelle comparazioni internazionali). La verità "catalana" è che i professori dovrebbero essere colti e preparati e anche capaci di trasmettere efficacemente i contenuti disciplinari: dalla scuola materna all'Università.
In tutti i Paesi il cui sistema formativo è ragionevolmente sviluppato, la formazione iniziale degli insegnanti avviene da decenni attraverso specifici programmi in strutture di istruzione superiore. Per evitare che la struttura "accademica" preposta alla formazione privilegi unicamente gli elementi teoretici anziché integrarli con conmomenti di pratica professionale si evidenzia, ovunque, la presenza di una collaborazione tra istituzioni formative e sistema scolastico; l'effettiva corresponsabilizzazione di quest'ultimo è andata crescendo in ognuna delle riforme che i diversi Paesi hanno progressivamente adottato. In questa prospettiva, condivisa a livello europeo, in Italia, da sei anni, è attiva l'esperienza delle Ssis (Scuole Superiori Interateneo di Specializzazione). In queste strutture la formazione dei futuri insegnanti integra insegnamenti generali psicopedagogici e insegnamenti disciplinari, vale a dire, i contenuti accanto alle tecniche didattiche specifiche; il tutto associato ad un tirocinio nelle scuole.

Questo meccanismo ha certo bisogno di essere perfezionato e valutato nel medio periodo, tuttavia ignorarne l'esistenza significa focalizzare la critica su una situazione datata. Se e come il ministro Moratti terrà conto dell'esperienza delle Ssis, non è ancora chiaro, sebbene, dati i precedenti, le prospettive non siano rosee. Perché qui concordo con Curi: improvvisazione, presunzione e scarsa conoscenza della realtà scolastica hanno finora guidato gli interventi morattiani sulla scuola, determinando quel clima da "abbandono del Titanic" che tanto male sta facendo alla comunità scolastica.
Patrizia Cibin Collaboratrice di Presidenza ITC Gramsci Padova


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