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Manifesto: Soldi alle private, referendum in Trentino

Referendum contro il finanziamento pubblico alle scuole private oggi in Trentino, approvato dalla Provincia autonoma di Trento (centrosinistra senza Rifondazione) nell'agosto 2006 con i voti di Ds, Margherita, Verdi e autonomisti.

30/09/2007
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il manifesto

Scuola/2

Stefano Ischia
Trento
Referendum contro il finanziamento pubblico alle scuole private oggi in Trentino, approvato dalla Provincia autonoma di Trento (centrosinistra senza Rifondazione) nell'agosto 2006 con i voti di Ds, Margherita, Verdi e autonomisti. Astenuti Forza Italia e altri. Contrari per motivi diversi Prc, An e Udc. A promuovere la campagna referendaria è stato Mauro Bondi, già segretario dei Ds trentini e consigliere provinciale. Insieme a lui il segretario della Uil scuola, Vincenzo Bonmassar. L'obiettivo è l'abolizione dell'articolo che prevede «disposizioni a favore degli studenti delle istituzioni paritarie» e di quello che pone sullo stesso piano pubblico e privato. Non sono tuttavia toccate dalla consultazione né le scuole materne né i centri di formazione professionale. Erano necessarie 8.000 firme in tre mesi per ottenere la consultazione, traguardo non facile in una terra tutto sommato ancorata al centro, all'associazionismo e alla cooperazione cattolica. E' stato raggiunto rapidamente: 13 mila le sottoscrizioni. Una volta ottenuto lo scopo anche la Cgil, prima defilata, si è lanciata nella mischia al fianco dei promotori. L'ampio fronte a favore della scuola privata, arcivescovo Luigi Bressan in testa, punta all'astensionismo: raccoglie l'80% delle forze politiche e una cinquantina di associazioni e movimenti cattolici. Ds, Italia dei valori e Acli invitano a non disertare le urne ma lasciano libertà di coscienza. A favore del sì si sono invece espressi Prc, Pdci, Leali, Sd, Sinistra giovanile, Sdi, Uil e Cgil.
Le scuole private trentine secondo la legge del 2006 si sottopongono ad alcune condizioni perché siano autorizzate al rilascio di titoli di studio legalmente riconosciuti. Rispetto alle scuole pubbliche hanno maggiore libertà di manovra nell'insegnamento e dunque possono essere orientate a un tipo particolare di istruzione (istituti steineriani) o di confessione (istituti cattolici ma anche islamici o protestanti), come l'Arcivescovile di Trento, il Sacro Cuore, il Maria Ausiliatrice, la Sacra famiglia, il Maria Bambina e altri. I promotori del referendum accusano il sistema scolastico trentino di mancanza di trasparenza sulla contribuzione pubblica alle scuole private e ribadiscono con forza la validità dell'articolo 33 della Cost., che lascia libertà di istituire le private purché senza oneri per lo Stato. Temono, inoltre, che l'equivalenza vada a scapito del pubblico e crei una scuola di serie A (privata, ben finanziata e orientata) per chi può permettersela, e una di serie B per tutti gli altri.


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