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Manifesto-Ma in Lombardia è caos nelle scuole

Ma in Lombardia è caos nelle scuole Nel 50% degli istituti mancano i supplenti. E ovunque fioccano i ricorsi GIORGIO SALVETTI MILANO Il tuo primo giorno? "Dopo l'estenuante roulette delle nomine,...

09/09/2004
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il manifesto

Ma in Lombardia è caos nelle scuole
Nel 50% degli istituti mancano i supplenti. E ovunque fioccano i ricorsi
GIORGIO SALVETTI
MILANO
Il tuo primo giorno? "Dopo l'estenuante roulette delle nomine, vinco un posto in un istituto professionale a Busto Arsizio, arrivo e scopro che la cattedra che mi hanno assegnato non c'è". E' una delle tante storie di ordinaria follia che ieri ha accompagnato il suono della campanella in Lombardia. Per studenti senza prof e docenti senza classi le rassicuranti parole della Moratti sono una presa in giro. In molte scuole si è cominciato con un minuto di silenzio per i bambini osseti e per il precipitare della situazione in Iraq, poi è stato il solito caos. Le nomine, appunto. Secondo il ministro sarebbe questione di giorni, eppure a Milano, Pavia, Bergamo e Brescia la corsa dei provveditorati per uscire dell'inghippo è tutt'altro che finita. L'ambiguità delle norme produce pasticci e strascichi infiniti. "Nel 50% delle scuole della regione non ci sono i supplenti per l'intero anno scolastico - ha spiegato Enrico Panini, segretario generale della Cgil scuola - tutte le provincie sono piene di ricorsi. Lo sforzo mediatico del ministro è paradossale perché la realtà è sotto gli occhi di tutti". Come se non bastasse, è entrata in vigore la norma che, pur di risparmiare qualche euro, obbliga i prof a dedicare tutte le 18 ore del loro orario di lavoro settimanale all'insegnamento. Risultato: non rimane tempo per coprire le supplenze, l'orario viene spezzato su più classi e in scuole diverse (magari in paesi diversi) e vengono divise le materie; esempio: non c'è più il docente di greco e latino, si fa greco con un docente e latino con un altro. Addio belle parole come "multidisciplinarietà" e "continuità scolastica". Carlo insegna per 16 ore italiano e storia, per arrivare a 18 ore deve fare due ore in un altro istituto. "In quella classe farò 66 ore in un anno, giusto il tempo per imparare nomi e cognomi e arrivederci".

Queste le novità, ma di fatto restano inalterati e se possibile aggravati tutti i problemi rimasti irrisolti a giugno. A partire dal tempo pieno alle elementari. Nonostante le minacce del ministro, ovviamente sono aumentate le famiglie che lo hanno scelto: a Milano sono passate dal 90 al 95%. La resistenza di docenti e genitori lo scorso anno è riuscita a salvare il salvabile, quasi ovunque i precetti della Moratti non sono stati applicati, ma l'aumento delle classi ha obbligato diverse scuole a diluire il personale, in pratica sono diminuite le ore di compresenza dei due maestri nella stessa classe. "Ora si tratta di rinsaldare le fila - spiega Michele Corsi, del Forum delle scuole milanesi - dobbiamo informare i nuovi genitori e rilanciare la nostra azione per bloccare la Moratti fino alla fine della legislatura e costringere il centrosinistra a mantenere le promesse". Per questo ieri il Forum ha distribuito volantini nelle scuole e ha annunciato una manifestazione per il 30 settembre al Mazda Palace.

L'altro "problema", in realtà una straordinaria risorsa, è l'aumento degli alunni stranieri. Sono 70 mila in Lombardia e solo a Milano sono passati in un anno da 23 a 28 mila: in totale, più di un quarto di tutti gli stranieri in Italia. Un'integrazione che procede spedita nonostante i tagli per la mediazione culturale, anche se a Brescia alcuni genitori di una scuola hanno ritirato i figli a causa dell'elevata presenza di alunni stranieri. Si dovranno rassegnare.


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