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Manifesto: La Campania convoca gli stati generali della scuola del sud

DOPO LA RIFORMA GELMINI Tutte le regioni meridionali a raccolta a Castelvolturno: pronti a stanziare 2 milioni

05/11/2008
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il manifesto

Luigi Colombo
NAPOLI
Un fronte unico per rilanciare l'idea di «una scuola pubblica di qualità in tutto il paese». Dal 7 al 9 novembre a Castelvolturno (Caserta), sono convocati gli «Stati Generali della Scuola del Sud». E per rispondere all'idea delle "classi ponte" si è scelta come location la cittadina casertana teatro della strage dei ghanesi, per ribadire la necessità di una scuola che si muovi un'ottica multietnica, disegnando le nuove prospettive del sistema-mezzogiorno basato sul modello di accoglienza e di accettazione delle diversità. A suggellare il messaggio di pace e integrazione, il concerto di Miriam Makeba e Maria Nazionale che chiuderà la tre giorni dedicata a Roberto Saviano.
A raccolta sono chiamate tutte le regioni del sud, «fortemente penalizzate», si legge nel documento di apertura, «sia in termini di distribuzione degli organici, sia più in generale in termini di distribuzione dei finanziamenti occorrenti al normale svolgimento dell'attività didattica». Con l'atroce dubbio che si voglia trasformare la scuola pubblica in una nuova zona di conquista per i mercati. «La centralità sociale e politica del sistema scolastico - spiega l'assessore all'Istruzione e al Lavoro della Regione Campania Corrado Gabriele - viene ad essere sacrificata in nome della razionalizzazione delle spese». Solo in Campania i tagli previsti fanno rabbrividire. Alla voce «obblighi formativi» si passa dai 30 milioni di euro di trasferimenti ad appena 9 milioni, mentre i rimborsi per i buoni libro passano da 17 milioni a 13. E, sempre qui, dal prossimo anno, saranno 3200 le cattedre in meno, mentre in Lombardia si registrerà un più 800. «Questo - spiega ancora l'assessore campano - grazie al nuovo sistema calcolato sul "successo formativo", che non tiene conto della forte dispersione scolastica del Sud. Nella sola nostra regione la percentuale di ragazzi che abbandono la scuola è del 22% contro una media nazionale del 17». E in una terra martoriata dalla criminalità spesso lasciare l'ambiente scolastico equivale ad entrare in contatto con il malaffare.
La Regione supplisce da qualche anno con il programma «Scuole Aperte», consentendo a 500 plessi di aprire le porte nel pomeriggio, offrendo ai ragazzi una complessa e variegata offerta formativa. Un programma che rimedia anche all'atavica carenza di istituti che adottano il tempo pieno, fermi ad appena il 5% (la media settentrionale è del 45%). L'assessore all'Istruzione della giunta Bassolino ha già stanziato 300 milioni di euro per l'edilizia scolastica, 30 per "Scuole Aperte" e 20 per gli aggiornamenti agli insegnanti. «Le Regioni del sud sono pronte a mettere a disposizione circa 2 milioni di euro - annuncia Gabriele - e gli istituti sono pronti a richiedere il tempo pieno. Tutto inutile, però, se non abbiamo insegnanti a causa delle scellerate scelte del governo».


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