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Manifesto: L'Aquila non fa scuola

A ottobre saranno pronte solo sette scuole prefabbricate, per appena 1.700 studenti, a fronte delle 30 previste. Troppo pochi i 14 milioni stanziati dal governo. Anno scolastico a rischio per i giovani abruzzesi

15/08/2009
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il manifesto

Andrea Palladino
«Nelle tendopoli c'è un atmosfera fantastica, i bambini si divertono». A giugno Silvio Berlusconi commentava così la fine dell'anno scolastico a L'Aquila. Già nelle tende il calore era insopportabile e l'arrivo del G8 non faceva che aumentare il nervosismo e l'isolamento. Oggi mancano poco più di quindici giorni alla riapertura delle aule scolastiche, mentre le prime nubi dell'autunno abruzzese iniziano a far capolino dietro il massiccio del Gran Sasso. Il G8 è dimenticato, sembra che sia passato un secolo da quando l'attenzione di migliaia di giornalisti e tv segui va le visite di Obama nel centro storico della città distrutta dal sisma del sei aprile. Sparita la commozione delle prime dame, oggi parlano solo i numeri crudi: saranno almeno dodicimila - dati della Cgil - i senzatetto tra poche settimane. E alcune migliaia i bambini senza scuola il 21 settembre prossimo, data posticipata dell'inizio del primo anno scolastico del dopo terremoto. Chissà, forse è questa la felicità del presidente-alunno.
Le briciole dei fondi del governo per la ricostruzione delle scuole sommano, dati alla mano, poco più di quattordici milioni di euro. Serviranno a costruire sette scuole prefabbricate e dei moduli ad uso ufficio, che potranno accogliere mille e settecento alunni in tutto, dalla scuola dell'infanzia fino agli istituti superiori. Appalti con una data di consegna già fuori tempo massimo e di gran lunga lontani da quelli promessi dal governatore Chiodi meno di un mese fa, che aveva promesso una trentina di nuove scuole modulari, pronte ad accogliere migliaia di alunni.
Il bando di gara per la realizzazione delle scuole prefabbricate è stato pubblicato nei giorni scorsi e le imprese interessate al microappalto dovranno presentare le loro offerte entro le ore 13 del prossimo 27 agosto. Basta fare due calcoli, sommando i tempi scanditi dal bando di gara, per capire che - se tutto andrà bene - le scuole prefabbricate apriranno non prima di metà ottobre. Dal momento dell'assegnazione degli appalti dovranno passare almeno due settimane per la consegna dei progetti esecutivi, la loro approvazione, e per la consegna dei cantieri. E non vengono esclusi problemi nella fase di consegna dei cantieri, quando la protezione civile dovrà convincere i proprietari delle zone indicate nel bando a farsi consegnare i terreni. Le aree sono fuori dal centro urbano e non inserite all'interno dei new village del piano Case. Il primo lotto riguarda la scuola d'infanzia e primaria Galilei, che ospiterà 190 alunni. La spesa pro capite per la realizzazione è di 10 mila e 500 euro. La cifra sale a 12 mila euro per la realizzazione di una struttura simile delle missionarie della dottrina cristiana, privata e cattolica, che ospiterà 250 alunni nella zona di Pettino. Per l'istituto superiore Ipsia "Leonardo Da Vinci", che accoglierà 779 studenti, la spesa pro capite cada a 4 mila euro ad alunno. Più o meno la stessa cifra è stata stanziata per l'Istituto tecnico agrario, con 327 studenti.
Le strutture saranno leggere, simili a quelle utilizzate per i capannoni industriali. Dalla protezione civile assicurano che i tempi per alzare i prefabbricati saranno ridotti, garantiti dai turni su 24 ore che ormai contraddistinguono il modus operandi delle aziende contrattate da Bertolaso. Procedure rapide, deroghe e squadre di super operai silenziosi e veloci.
Basteranno le strutture previste? Berlusconi a maggio aveva promesso che con la prima campanella riapriranno «tutte le scuole». Già allora aveva parlato di strutture in acciaio - quindi prefabbricate - vicine ai new village. Ma solo il quattro luglio il governatore del Pdl Chiodi aveva fornito dei dati ben lontani da quelli che si leggono oggi sul bando della protezione civile. «Per la precisione saranno 29 i plessi scolastici ospitati da moduli prefabbricati - aveva assicurato Chiodi in una conferenza stampa - 22 dei quali a L'Aquila». In totale, secondo il governatore, la soluzione dei prefabbricati avrebbe dovuto riguardare quasi cinquemila studenti.
I 1.700 posti annunciati nel bando di Bertolaso sono dunque assolutamente insufficienti. Il progetto originario del governo e della protezione civile includeva, probabilmente, anche le strutture inserite nelle aree comuni di servizi del progetto Case, dove sono previsti centri culturali, spazi per anziani e, per l'appunto, scuole. Ma almeno per quest'anno non c'è traccia nei progetti di zone sociali e a mala pena entro dicembre la protezione civile consegnerà gli appartamenti per i 12 mila aquilani che riusciranno ad ottenere un posto nei moduli prefabbricati.
La felicità che Berlusconi dice di aver trovato tra i bambini delle tendopoli di certo è ormai sparita. La scuola per le migliaia di ragazzi che oggi sono senza casa e senza uno spazio proprio - chi non ricorda la voglia di un proprio angoletto in una camera quando si era ragazzini - non sarà solo il luogo dell'apprendimento. Le aule, i banchi, le lavagne, i corridoi, le palestre, gli spazi della scuola saranno essenziali per ricostruire il tessuto sociale di un'intera generazione. Per ora per alcune migliaia di bambine e bambini aquilani la scuola continuerà a rimanere un ricordo sempre più lontano. Tra bugie e false promesse dei tanti cattivi maestri che passano da queste parti solo per una passerella in più.


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