Manifesto-Campania, 200 istituti inseriti nella lista nera
Quelle scuole costano troppo e producono poco" Campania, 200 istituti inseriti nella lista nera del ministro dell'Istruzione richiano di essere chiusi MARIELLA PARMENDOLA Una scuola di provincia de...
Quelle scuole costano troppo e producono poco"
Campania, 200 istituti inseriti nella lista nera del ministro dell'Istruzione richiano di essere chiusi
MARIELLA PARMENDOLA
Una scuola di provincia dell'estrema provincia di Napoli cancellata in pochi minuti dai funzionari del ministero dell'istruzione con un semplice calcolo. Basta fare il rapporto tra alunni e insegnanti, roba da studenti di prima media. E se il risultato è inferiore alla media nazionale del "9,5" è presto fatto: l'istituto finisce nell'elenco delle scuole "improduttive". Pecore nere che il ministro-manager guarda con sospetto e probabilmente avrebbe voluto tagliare con piglio aziendalista se non stesse per cominciare "un autunno caldo" dedicato tutto a lei. Duecentosei le scuole campane inserite nella lista che Moratti ha conservato nel suo cassetto, il dieci per cento dell'offerta scolastica regionale. Duecento istituti colpevoli di avere più insegnanti di quanti le nuove regole aritmetiche introdotte da Moratti nel mondo della formazione possano sopportare. Nessun riferimento alla qualità del servizio o ancora meno al blasone di scuole che, in qualche caso, rappresentano pilastri storici del panorama dell'istruzione campano. Poco importa se tra gli spendaccioni siano inclusi, inesorabilmente, gli istituti d'arte solo perchè prevedono più materie, e quindi più insegnanti, di un liceo scientifico: nel gioco matematico affidato dal ministro ai suoi funzionari non c'era tempo per inserire altre variabili. Come tenere conto che cancellando l'istituto industriale di Pomigliano d'Arco, città che ospita lo stabilimento Fiat, un ragazzo dovrebbe fare una trentina di chilometri al giorno per raggiungerne un altro. Tagliare i rami secchi della scuola, così come i tratti di ferrovia considerati non redditizi, farebbe tornare il sorriso a Tremonti, ma potrebbe creare insurrezioni capitanate da migliaia di giovani con relative famiglie al seguito. Una valutazione che l'intraprendente Moratti avrà senz'altro fatto senza, però, dare alcun segnale di volere rivedere il suo elenco. Un'arma pericolosa che il ministro potrebbe ritirare fuori qualora le fosse chiesto dai colleghi del governo di attuare politiche di risparmio necessarie per fare partire le sue innovazioni in materia di formazione. "Noi non sappiamo questo studio che operatività avrà - commenta Francesco Cormino della Cgil scuola campana - ma mette comunque in evidenza una logica inaccettabile. Siamo disponibili a ragionare su come eliminare gli sprechi, la dove realmente esistono e certo non eliminando i servizi". Ma anche quando il rischio tagli sia lontano, la presenza dell'elenco risulta, in ogni caso, inquietante per l'assessore alla pubblica istruzione della regione Campania. Con una lettera Adriana Buffardi chiedeva al ministro un incontro per modificare i parametri utilizzati nel comporre la lista. Una lettera sino ad oggi senza alcuna risposta. "Trovo drammatico l'avere pensato di impostare una ricerca sullo stato della scuola pubblica ricorrendo ad una logica aritmetica - commenta Adriana Buffardi - ignorando che in alcune periferie di città del Mezzogiorno o in piccoli paesini, la scuola rappresentiaspesso l'unico luogo di aggregazione sociale". E anche l'unica possibililità di fuggire al degrado e al vortice delinquenziale nel quale i ragazzi possono essere attirati. Argomenti che non devono avere colpito Moratti e destinati a passare in secondo piano rispetto alla nuova emergenza scolastica in Campania. Per lunedì prossimo l'assessore ha convocato una riunione con all'ordine del giorno l'inizio del nuovo anno scolastico, che potrebbe slittare per aggiornare le graduatorie dei supplenti dopo la sentenza del Tar del Lazio che ha accolto numerosi ricorsi. "La data fissata per la nostra regione è il 12 settembre - spiega Buffardi - cercheremo di rispettarla per non danneggiare alunni e famiglie, ma non posso fare promesse senza avere prima verificato la gravità della situazione". Un altro regalo del ministro Moratti.