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Manifesto: Bologna. Maestri e genitori per il tempo pieno

Manifestazione Tremila persone, tra genitori, insegnanti e tanti bambini, hanno protestato ieri contro i tagli agli organici della scuola pubblica. Che si traducono in riduzione delle ore d'insegnamento

17/03/2007
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il manifesto

Giusi Marcante

Bologna Il passo è quello tranquillo di un corteo percorso con i bambini in spalla o con la bici a mano tra chiacchiere e merendine. L'arrabbiatura che c'è svanisce completamente, nella mobilitazione che a Bologna ieri ha portato in piazza tremila persone. Palloncini e adesivi su cui è scritto «salviamo il tempo pieno ora e per sempre», cartelli disegnati a pennarello e altri adesivi attaccati su giacche e maglie con su scritto «tagliamo le torte e non i maestri».
A sfilare genitori, insegnanti e tanti bambini, tutti autoconvocati in queste ultime settimane di assemblee nelle scuole della città per difendere il tempo pieno messo a rischio dal taglio degli organici. Il tema da queste parti ha già dimostrato di saper creare un fronte ampio tutte le volte che è stato messo in discussione ( è non c'è solo Bologna: ad esempio nella provincia di Modena si parla della cancellazione del tempo pieno per 42 classi che quest'anno hanno funzionato con l'assegnazione dell'organico di fatto).
Che la manifestazione di Bologna fosse un segnale di cui non si poteva non tenere conto l'ha dimostrato, oltre all'adesione del Prc, anche il fatto che ieri per le vie del centro si sono visti i segretari nazionali dei sindacati della scuola di Cgil, Cisl e Uil che hanno annunciato lo sciopero per il prossimo 16 aprile. «Vogliamo segnare una presenza fisica in tutti le piazze dove ci sia una richiesta di maggiore scuola pubblica perché sulla qualità della scuola si gioca una battaglia decisiva», dice Enrico Panini segretario nazionale della Cgil Flc. A lui il compito di allargare lo sguardo: «Il Lazio, come l'Emilia Romagna, è in stato d'agitazione - aggiunge - in Lombardia, a Milano, ci sarà un'assemblea il 23, e anche in Piemonte ci sono problemi. Le scuole italiane in una sola parola sono in mutande tra incapacità di pagare i supplenti, cui si aggiunge il taglio degli organici». Per Panini quella che è in atto in queste settimane è una mobilitazione diversa da quella contro la riforma Moratti che era stata una battaglia contro uno specifico modello di scuola «di classe». Le questioni che i sindacati chiedono di affrontare sono quelle delle risorse, degli organici, della valorizzazione della scuola pubblica e del pagamento dei supplenti. «Al ministro chiediamo di scrivere un documento dove mettere nero su bianco tutti questi temi». «Taglia Moratti, taglia Fioroni, cambia il partito ma non le intenzioni» stava scritto ieri pomeriggio su uno striscione di una scuola elementare. Mentre in tanti hanno modificato le bandiere dei vecchi cortei contro il ministro della scuola dell'ex governo Berlusconi trasformando lo slogan in «Riforma Fioratti bocciata». E proprio a Bologna la settimana scorsa il ministro Giuseppe Fioroni mentre era in visita in città si è beccato i fischi degli stessi genitori e insegnanti che ieri sono scesi in piazza a manifestare. Non è bastata la rassicurazione che il tempo pieno che c'è ora « verrà mantenuto», soprattutto perché questa forma di scuola è stata richiesta da altri mille nuovi bambini e la soluzione dello spezzatino ( 27 ore di scuola, 3 facoltative e 10 di mensa) prospettata dal ministro non piace a nessuno. La mobilitazione bolognese, che ha tra le sue richieste anche quella di una legge per il tempo pieno, dal canto suo promette di non fermarsi e scorre autonoma dal percorso sindacale. A breve verrà infatti convocata una nuova assemblea.


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