Manifesto: Asili addio, a Bologna niente iscrizioni per i figli di immigrati irregolari
CITTÀ COMMISSARIATA Da settembre senza il permesso di soggiorno dei genitori i bimbi stranieri sono fuori. Protestano Pd e sindacati
Giusi Marcante BOLOGNA
BOLOGNA
A Bologna da oggi sono aperte le iscrizioni agli asili nido ma per la prima volta i figli dei genitori stranieri che non hanno il permesso di soggiorno non potranno frequentare il primissimo gradino della formazione scolastica che da sempre in Emilia fa rima con qualità del servizio. L'ha deciso il Comune che da poco più di un mese e mezzo è retto dal commissario Anna Maria Cancellieri. Il vice commissario Raffaele Ricciardi la mette così: «La legge si applica e non si discute, l'asilo nido non è neanche obbligatorio».
Protesta il mondo sindacale bolognese con le Rdb che stanno appoggiando la protesta di diverse lavoratrici dei nidi che chiedono a gran voce che la decisione venga ritirata. Anche Cgil, Cisl e Uil ricordano coralmente che nei comuni dell'hinterland bolognese i sindaci hanno fatto altre scelte e che nessuno ha interpellato le forze sindacali prima di adottare una scelta che va contro «la cultura dei servizi che connota la città e che ha sinora garantito a tutti i bambini risposte e condizioni adeguate alla loro crescita». Protesta anche la responsabile nazionale scuola del Pd, la bolognese Francesca Puglisi, che spera che si levi una voce anche dalla Chiesa.
A Torino la pensano in modo esattamente contrario e a dire che tutti i bambini hanno diritto a frequentare le scuole di ogni ordine e grado non è un esponente politico ma direttamente il prefetto Paolo Padoin. Il prefetto ha risposto ad una questione sollevata dall'assessore all'istruzione della giunta di Sergio Chiamparino e ha spiegato che non solo gli enti locali non hanno nessun obbligo di segnalare la situazione di irregolarità dei genitori che iscrivono i loro figli alla scuola dell'infanzia ma che «il ministero dell'Interno ha concordato con l'avviso espresso da questa Prefettura secondo cui alla luce delle norme vigenti, e in particolare dell'art. 38 del T.U. Immigrazione e dell'art.45 del D.P.R. 349/99, i minori stranieri presenti sul territorio, indipendentemente dalla titolarità di un permesso di soggiorno, hanno diritto all'istruzione nelle scuole di ogni ordine e grado». Gianfranco Schiavone, del direttivo dell'Asgi, spiega che «la questione è controversa perché gli asili nido non sono obbligatori ma una serie di considerazioni fatte proprie anche dal Viminale vanno nel senso opposto da quanto deciso dal vice commissario di Bologna». La decisione sotto le Due Torri sembra quindi in contrasto con quello che sta accadendo in altre grandi città nonostante venga motivata dalla necessità di adeguarsi alla legge sulla sicurezza entrata in vigore lo scorso 8 agosto. Il modulo che dovrà essere compilato dai genitori avrà due caselle da barrare: chi non farà la crocetta su «situazione di regolarità del soggiorno nel territorio italiano» sarà fuori. Basta spostarsi a Casalecchio di Reno però per avere una realtà diversa ma chi ha un figlio al nido sa benissimo cosa significhino le parole «lista d'attesa».