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Libertà/Piacenza: «Un'ingerenza inammissibile»

I dirigenti: «Insegniamo il rispetto delle idee senza discriminazioni»

25/09/2006
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Libertà

PIACENZA - Insegnanti politicizzati, presepi scomparsi, tradizione cristiana trascurata. Dei problemi segnalati dall'onorevole Garagnani, quali colpiscono la scuola piacentina? Abbiamo girato la domanda ai dirigenti del nostro territorio, chiedendo loro anche come hanno accolto la lettera dell'onorevole. «Le sue affermazioni sono gratuite e fuori luogo» dice Mariuccia Zavattoni, dirigente del 3° circolo didattico. «Non intendiamo farci intimidire dalle sue minacce. Siamo consapevoli del nostro ruolo istituzionale che continueremo ad esercitare in modo responsabile, nonostante i ministri e gli onorevoli». In merito poi all'integrazione degli alunni stranieri, la Zavattoni dice: «Ai bimbi insegniamo il rispetto di tutte le idee. Non abbiamo mai rilevato episodi di "politicizzazione" da parte dei docenti. L'onorevole ignora che conoscere le altre culture, non significa ignorare le proprie radici e la propria storia. Le nostre tradizioni , ricorrenza del Natale compresa, fanno parte del programma didattico, che si arricchisce con la conoscenza delle tradizioni degli altri popoli» conclude la Zavattoni forse per mettere a tacere una volta per tutte la polemica innescata un anno fa quando una delle "sue" classi scelse non di allestire il presepe tradizionale, ma di fare un lavoro sulla pace. Ma ci fu anche il caso dell'alunno marocchino desideroso di partecipare al presepe vivente. Fu accontentato e fece S.Giuseppe. «Problemi superati quelli segnalati dalla lettera» dice Luigi Paraboschi, dirigente delle medie Carducci e Dante di Piacenza: «Ho preso atto della lettera - racconta - ma ritengo che sia superata rispetto alla realtà della mia scuola. Per favorire l'integrazione noi facciamo in modo di non avere due stranieri della stessa lingua nella stessa classe, per evitare il loro isolamento». Per quanto riguarda il richiamo alle radici? «Nemmeno da dire ad un appassionato di storia come me». Il preside del Faustini Frank di Piacenza e dell'istituto comprensivo di Pontedellolio e Vigolzone, Maurizio Alfarone definisce l'iniziativa dell'onorevole «un'ingerenza contro l'autonomia scolastica». Aggiunge: «Tolleranza, solidarietà, rispetto, sono valori continuamente confermati nella scuola, dove si cerca di trovare punti di unione con le altre religioni, non di contrapposizione». Le divisioni il preside Alfarone non le fa nemmeno nel suo corpo docente: «Non sono abituato a far distinzioni nel collegio docenti, tra chi è iscritto e chi no ad un sindacato». Insiste sul valore dello Stato laico, il dirigente dell'Isi Marconi Gian Paolo Binelli (non prima di aver detto che l'onorevole azzurro «non ha neppure un'idea di quali siano i reali problemi della scuola»): «La scuola - sottolinea - è aperta a tutti, non discrimina nessuno. Ce lo chiede la legge, e il buon senso». Quello del presepe? «Un falso problema. Può capitare che uno faccia il presepe palestinese, uno con le torri gemelle, uno post-moderno e uno multiculturale. Siamo nell'ambito della libertà di insegnamento». Altro falso problema? Il pregiudizio secondo cui «la scuola è di sinistra»: «La scuola è specchio della società. Siamo milioni di insegnanti, ci sono quindi molteplici opinioni. Il lavoro del dirigente è di fare sintesi. Non certo quello di creare divisioni».
d.men.


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