Libertà/Piacenza: «Scuola, pronti alla disobbedienza»
L'assessore provinciale Tribi sul decreto che mette a rischio 35 istituti
«Siamo pronti alla disobbedienza istituzionale. Non sarà questa amministrazione provinciale a chiudere scuole sul territorio». E' l'assicurazione arrivata dall'assessore provinciale all'Istruzione Fernando Tribi, al termine dell'incontro con i sindacati e il comitato "Genitori e lavoratori della scuola". Riunione sollecitata da questi ultimi, i quali hanno chiesto sostegno per contrastare le misure di riforma del ministro Gelmini. Tra queste figura una drastica riduzione delle autonomie scolastiche, in base al numero degli alunni. Provvedimento che potrebbe portare alla chiusura di 24 scuole elementari, 8 medie e 3 materne a Piacenza e provincia. «La Provincia si è sempre distinta per l'impegno nell'ampliare l'offerta didattica, ad esempio con il completamento delle sezioni part - time di scuola materna», afferma Tribi, che oggi sarà a Roma per prendere parte all'assemblea nazionale degli assessori provinciali all'Istruzione, dedicata proprio alla riforma. «E' intenzione di tutta la Giunta contrastare con forza questa disposizione, di competenza, peraltro, regionale. Credo che sia meglio avere più bidelli ed insegnanti che carabinieri: investire sull'istruzione consente di risparmiare, sul lungo periodo, sulla sicurezza perchè favorisce la coesione sociale. Il 15 ottobre - anticipa Tribi - sarà presentata, durante la riunione della conferenza scolastica provinciale, e in quell'occasione sarà presentata un'indagine sulla scuola piacentina, con esiti positivi». I sindacati in apertura dell'incontro hanno espresso le proprie preoccupazioni. «Il decreto 137, che prevede tra l'altro l'adozione del maestro unico, sarà presentato con ogni probabilità con la richiesta di fiducia, per evitare il dibattito parlamentare - fa notare Marina Molinari di Cisl -. Misura drastica, il cui effetto dirompente sarà accentuato dalla razionalizzazione della rete scolastica». «Questo ultimo provvedimento porterà alla chiusura - denuncia Raffaella Morsia di Flc Cgil - di 24 scuole elementari, 8 medie e 3 materne, con esiti disastrosi per il sistema scolastico piacentino e pesanti ripercussioni sull'edilizia scolastica, già al collasso. Il nostro territorio è molto ampio, con numerose scuole in Comuni di montagna e di collina. Chiuderle significherebbe obbligare studenti e genitori a spostamenti disagevoli. L'istruzione è un diritto universale, e non un servizio, come sostiene l'onorevole Tommaso Foti». Manuela Calza, rappresentante del Comitato prospetta invece il rischio di «una scuola impoverita, il cui futuro non sta a cuore dei soli insegnanti, ma anche degli studenti e dei genitori». Fulvio Vassallo (Gilda), presente insieme a Vittorio Regi (Snals), mette invece in guardia sui «nuovi tagli, applicati su tutti i livelli, che vanno a colpire una scuola già ridotta all'osso, con il rischio di veder sparire, ad esempio con la riduzione degli indirizzi degli istituti superiori, competenze e capacità che sono invece ricchezze».
Paola Pinotti