Libertà/Piacenza: Scuola, 534 precari fanno causa allo Stato
Vertenza per gli arretrati degli scatti di anzianità: da oggi richieste di conciliazione
C'è persino qualcuno, a Piacenza, che lavora nel mondo della scuola da 25 anni, senza mai aver conquistato la certezza del "posto fisso". Cinquecentotrentaquattro precari della scuola piacentina si apprestano a presentare il conto allo Stato. Avanzando da oggi, con il supporto della Cgil e della Cisl Scuola, altrettante richieste per tentativi di conciliazione stragiudiziale, passo burocraticamente necessario per arrivare, com'è assai probabile, al giudice del lavoro, in autunno.
Le richieste riguardano gli arretrati: in parole povere, insegnanti e personale amministrativo per anni trattenuti nella sfera del contratto a tempo determinato - leggi "precari" - vogliono vedersi restituito quanto loro dovuto, in termini di scatti di anzianità lavorati ma mai intascati per la condizione lavorativa.
Raffaella Morsia (Cgil) e Marina Molinari (Cisl) - che con la Uil piacentina di Massimiliano Borotti hanno lanciato una seconda denuncia relativa all'annunciato taglio di 100mila lavoratori della scuola italiana - già lo scorso aprile avevano messo in piazza la campagna «salva-anzianità» dei precari piacentini. A suggerirne l'opportunità, due elementi: una sentenza della Corte di giustizia europea che si è pronunciata a favore di una lavoratrice spagnola (proprio sul tema arretrati di anzianità in periodo di precariato), e la direttiva europea contraria a discriminazioni nel trattamento tra lavoratori.
«Questo principio di equiparazione tra lavoratori precari e lavoratori a tempo indeterminato - hanno fatto presente ieri le due sindacaliste piacentine - è stato peraltro ribadito costantemente nell'ambito delle nostre piattaforme contrattuali». E c'è, da ieri, un terzo elemento che potrebbe dare fiato alle speranze degli oltre 1200 precari della scuola piacentina, la, la quasi metà dei quali sta per far causa allo Stato.
«È di oggi - ha dichiarato infatti la Morsia - la notizia che un giudice lombardo, su una causa-pilota di un'insegnante assunta per anni come supplente, ha deciso che le siano restituiti 6mila euro di arretrati, dal 2001». Un fulmine a ciel sereno, a questo punto, che potrebbe costituire un precedente nella giurisprudenza del lavoro e innescare migliaia di cause in tutta Italia.
«Nelle prossime ore - ha annunciato la Molinari - comincerà da parte nostra la presentazione alla direzione del lavoro delle richieste per altrettanti tentativi di conciliazione. Esperita questa fase, se non ci saranno risposte soddisfacenti, le richieste prenderanno la strada del tribunale».
Chi è il precario-tipo a Piacenza è ancora il sindacato a descriverlo: precario in media da sette anni, per i docenti, nove anni nel caso degli Ata. I maggiori picchi di precariato, nella scuola, vengono segnalati tra gli insegnanti di lingue straniere. Ma il precariato, purtroppo, non riveste il ruolo di problema unico della scuola. Il recentissimo annuncio di 100mila lavoratori della scuola "tagliati" ha mandato su tutte le furie il sindacato, che, al contrario, aspettava notizia delle prossime immissioni in ruolo promesse dalla Finanziaria 2008, suscitando ieri preoccupate dichiarazioni anche da parte dell'assessore regionale alla scuola Paola Manzini. E così, brancolando nel buio («perchè di solito, in questo periodo, le assegnazioni territoriali sono già avvenute, oggi solo silenzio»), Flc-Cgil, Cisl e Uil Scuola chiedono «l'immediata emanazione del decreto autorizzativo per l'imminissione in ruolo per procedere rapidamente alle assunzioni di docenti e Ata» rispettando quanto già stabilito dalle ultime due Finanziarie e garantendo il regolare avvio dell'anno scolastico. Richieste ribadite nei giorni a venire dai sindacati al prefetto Luigi Viana.
Simona Segalini