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Libertà/Piacenza: «Costretti a tagliare sulla sicurezza»

Il dirigente Sartori (Caduti sul lavoro): e nei corridoi serpeggia disagio e tensione

24/01/2010
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Libertà

Il dirigente Sartori (Caduti sul lavoro): e nei corridoi serpeggia disagio e tensione

( s. s.) Il quadro tratteggiato dai referenti dei presidi piacentini è fosco, e racconta di casse ormai desolatamente vuote, di supplenze mai attivate perchè non ci sono abbastanza soldi in cassa per rischiare di compromettere la liquidità ad anno appena partito, addirittura di tagli inevitabili inferti alla sicurezza dentro e fuori dalle aule. A farsi portavoce di questa miscosciuta (all'esterno) emergenza è stato ieri, alla Camera del lavoro, il dirigente scolastico (Caduti sul lavoro, Andis) Graziano Sartori. «Le scuole sono preoccupate, sono spariti tutti gli interlocutori - premette Sartori -. E questa emergenza non data da oggi, o da ieri: è dal 2006 che segnaliamo questo trend. Si parla di monitoraggi, oggi, ma sono anni ormai che li facciamo. E la questione delle supplenze è un problema da risolvere nelle sedi istituzionali, perchè sennò va fuori controllo. A livello regionale - prosegue il dirigente piacentino - su Facebook stanno sorgendo comitati spontanei dal nome emblematico, Scuole in rosso. Noi siamo consapevoli, abbiamo tirato la cinghia, nessuno di noi ha fatto nomine a raffica. Anzi, le facciamo sempre meno. Ci siamo arrampicati sugli specchi per coprire docenti e non docenti, anche a rischio dell'incolumità degli alunni: a volte è capitato di essere senza personale ausiliario, deputato al controllo. Occorre una soluzione, graduale fin che si vuole, ma serve: avverto disagio nelle scuole, un disagio, un'amarezza, una tensione tra gli operatori che dobbiamo risolvere. Alle istituzioni chiediamo una reazione fortissima». E ancora Binelli: «Abbiamo bisogno di norme certe in materia di risorse e che siano valide per tutte le scuole. Ancora rifacendomi alla nota di dicembre: ma cosa significa l'invito che ci viene rivolto a congelare i crediti che vantiamo col ministero? La verità, a mio parere, è che il ministero non ha i fondi necessari, ma non lo può ammettere pena la bancarotta. E butta il problema sulle spalle delle scuole. Ci vuole una Finanziaria per la scuola: se questi soldi non ci sono, lo dica il Parlamento. E basta con l'ipocrisia di affermare che sono state tolte le tasse scolastiche fino a 16 anni: i genitori, lo sanno tutti bene, pagano dei soldi all'atto dell'iscrizione, i noti "contributi volontari"».


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