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Liberazione-Veneto, buoni scuola una legge da abrogare

Domenica 6 ottobre alle urne per il referendum Veneto, buoni scuola una legge da abrogare Gemma Lunian Prc Venezia Il 6 ottobre si svolge nel Veneto il referendum abrogativo della legge re...

29/09/2002
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Liberazione

Domenica 6 ottobre alle urne per il referendum
Veneto, buoni scuola una legge da abrogare
Gemma Lunian
Prc Venezia
Il 6 ottobre si svolge nel Veneto il referendum abrogativo della legge regionale sui "buoni scuola". E' il primo referendum che si svolge nella nostra regione ed è stato possibile indirlo grazie alle migliaia di firme raccolte tra i cittadini della regione, che hanno capito perfettamente quanto questa legge sia iniqua ed ingiusta. Iniqua ed ingiusta perché, con un meccanismo furbesco di franchigia, finanzia esclusivamente chi frequenta la scuola privata escludendo i 500mila alunni della scuola pubblica. Iniqua ed ingiusta perché finanzia i ricchi: alzando al massimo il livello del reddito netto e giocando sul meccanismo delle esenzioni si danno soldi a redditi che superano i 100 milioni di vecchie lire. Mentre nella scuola pubblica si tagliano i fondi persino per gli insegnanti di sostegno, la Regione Veneto fa un ulteriore regalo alle scuole private e alle famiglie più ricche, un regalo di circa 18 miliardi per l'anno 2001
La maggior parte delle famiglie dei 500mila alunni della scuola pubblica del Veneto fa sacrifici per mandare i figli a scuola, per pagare i libri di testo, le spese per le mense, per i trasporti. Loro non possono usufruire dei "buoni scuola" che servono solo a pagare le rette alle scuole private.
Contro questo referendum si sono schierati i partiti del centrodestra e le gerarchie della Chiesa cattolica con una campagna che invita all'astensione, non vogliono che il 6 ottobre sia raggiunto il quorum e confidano sulla poca, o quasi nulla, informazione che stampa e televisione stanno dando sul referendum. Non vogliono che i cittadini del Veneto siano informati, non vogliono che vadano liberamente ad esprimere la loro opinione perché ne hanno paura, hanno paura del confronto e sanno che pochi capirebbero un uso dei soldi di tutti a favore di pochi privilegiati.

Il referendum del 6 ottobre diventa un appuntamento importantissimo, un'occasione per ristabilire il diritto allo studio nella nostra regione, un'occasione per evitare che vengano tolte altre risorse alla scuola pubblica. La scuola pubblica è l'unica che garantisce un'educazione al pluralismo culturale, che non fa distinzioni in base al reddito, che assicura il sostegno a chi ha problemi. E' la scuola di tutti sancita dalla Costituzione e va difesa da tutti. Il 6 ottobre andate a votare e votate Sì.


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