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La Stampa/Torino: Lo Stato non paga, in crisi le scuole

Gli istituti attendono 85 milioni: situazione gravissima

31/03/2009
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La Stampa

Maria Teresa Martinengo

Scuole in bolletta, con ingiunzioni di pagamento in arrivo per le visite fiscali a tappeto (volute dal ministro Brunetta) e non pagate alle Asl, con i Comuni che bussano con forza per ottenere vecchie tasse raccolta rifiuti e i pasti consumati da maestri e professori delle medie nelle mense scolastiche con i loro allievi. Con i supplenti sempre a rischio di rimanere senza stipendio. Così, mentre lo stato continua ad essere debitore nei confronti delle scuole piemontesi della macrocifra di 85 milioni di euro per gli anni 2000-2006 (la metà su Torino), i responsabili di uno tra i servizi pubblici essenziali più vicini ai cittadini hanno deciso di rivolgersi al prefetto con un Sos senza precedenti.
La decisione di chiedere un incontro è stata presa nei giorni scorsi dall’Asapi, l’associazione delle scuole autonome piemontesi, durante un incontro con i rappresentanti sindacali dei dirigenti scolastici. Tutti i presenti sono stati concordi nel definire «gravissima» la situazione finanziaria delle scuole e nel considerare concreto il rischio «di non poter garantire la regolarità del servizio».
«Dovremmo chiedere soldi ai genitori per le spese di funzionamento, ma non lo faremo perché non è eticamente corretto», dice con amarezza Nunzia Del Vento, presidente dell’Asapi e dirigente di una scuola elementare di Barriera, dove molte famiglie fanno conti seri con la crisi del lavoro. «Abbiamo dovuto approvare i “programmi annuali”, il bilancio, senza avere nessuna notizia sulla quantità di risorse per il funzionamento. Che vuol dire non avere un euro per comperare carta per fotocopie, toner, per la manutenzione. Per altro nel 2008 la mia scuola ha avuto solo 8000 euro di dotazione, 4 anni fa ne aveva avuti 13.500. Ora?».
Molte scuole non hanno avuto la possibilità di pagare le visite fiscali. «Le Asl mandano le fatture, poi sollecitano il saldo. Ci sono colleghi che si sono già sentiti minacciare di ingiunzione. Se si arriverà a tanto, forse ci porteranno via i computer, obsoleti naturalmente». Computer che comunque sono la vita delle segreterie. Ancora: «Quest’anno non è arrivato un soldo per il materiale didattico, che alla materna è indispensabile. Forse, siamo arrivati al punto di augurarci che le fondazioni bancarie restaurino un monumento in meno e diano alle scuole scatole di pennarelli».
Il capitolo supplenze è il più preoccupante. «Quasi tutte le scuole - spiega Nunzia Del Vento - hanno provveduto a pagare lo stipendio ai docenti attingendo a fondi diversi, come i soldi anticipati per le cooperative che provvedono a pulizia e sorveglianza, e al fondo d’istituto. Ma siamo arrivati al punto in cui ci si deve domandare se sia il caso di continuare a stipulare contratti quando non si hanno più finanziamenti». Assicurare il servizio però è indispensabile. «L’opinione dell’Asapi è che si debba continuare a nominare, ma senza la possibilità di pagare. Se poi la gente andrà dal giudice del lavoro, sarà la logica conseguenza».
Ci sono scuole che hanno fatto i conti e hanno stabilito che in aprile i fondi spendibili nell’anno per le supplenze (comunque non ancora accreditati) saranno già esauriti: il ministero concede fino a fine 2009 ventimila euro dove lo scorso anno era stato necessario spenderne 50 mila.
«Alle medie - osserva Giuseppe Assandri, preside della Viotti di corso Vercelli - la situazione è anche più difficile perché non abbiamo i soldi delle cooperative cui attingere. Certi mesi in banca ci sono in tutto cento euro. Scriviamo lettere agli Uffici scolastici provinciale e regionale ma ci rispondono che loro, da quando il ministero paga direttamente a ciascuna scuola, non c’entrano più nulla». Alle superiori la situazione non è migliore. Ancora Del Vento: «Lì stanno ancora aspettando i pagamenti degli esami di Stato e dei corsi di recupero».


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