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La Stampa-BUFERA SUI CENTRI DI FORMAZIONE VOLUTI DALLA REGIONE PIEMONTE-Scuola professionale a rischio

BUFERA SUI CENTRI DI FORMAZIONE VOLUTI DALLA REGIONE PIEMONTE Scuola professionale a rischio Solo un istituto dice sì alla sperimentazione La sperimentazione scolastica in Piemonte ris...

30/10/2002
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La Stampa

BUFERA SUI CENTRI DI FORMAZIONE VOLUTI DALLA REGIONE PIEMONTE
Scuola professionale a rischio
Solo un istituto dice sì alla sperimentazione

La sperimentazione scolastica in Piemonte rischia di saltare. In pericolo c'è la possibilità per circa 200 ragazzi di assolvere l'obbligo scolastico frequentando i centri di formazione professionale. Il motivo? Solo uno dei quattro corsi autorizzati dalla Regione ha avuto anche il via libera da parte del collegio docenti della scuola superiore Carlo Borromeo di Arona. Progetto bocciato invece dal corpo insegnante dell'Istituto professionale Arte Bianca di Torino e di tutte le scuole di Pinerolo. Domani è atteso il pronunciamento dei professori dello Zerboni. "Il giudizio positivo del corpo docenti delle scuole superiori è una delle condizioni necessarie per avviare la fase sperimentale ecco perché allo stato attuale 2 corsi autorizzati dalla Regione dovranno essere soppressi per il pronunciamento contrario dei professori", denuncia il capogruppo di Rifondazione Comunista a Palazzo Lascaris, Mario Contu. Le conseguenze? "Una parte consistente di questi 200 giovani - secondo l'esponente di Rifondazione - rischia di trovarsi nella spiacevole situazione di non assolvimento dell'obbligo scolastico mentre un'altra parte rischia di frequentare corsi di formazione professionale al termine del quale non potrà essere certificato nessun credito formativo utile nè, tantomeno, l'assolvimento dell'obbligo scolastico". E' veramente così? L'assessore alla Formazione professionale, Gilberto Pichetto allarga le braccia e ammette che "per colpa di questioni politiche e sindacali ci sono un centinaio di ragazzi che vivono in una situazione di incertezza. Mi auguro che gli studenti che a questo punto non potranno frequentare i corsi di formazione siano inseriti nel mondo scolastico". Aggiunge: "Devo essere sincero: sono disgustato dal fatto che per colpa di estremizzazioni politiche e timori per la perdita di allievi da parte di dirigenti e di professori delle scuole superiori si metta a repentaglio un anno di studio per molti adolescenti". Pichetto non fa nomi ma è evidente che l'assessore punta il dito contro l'opposizione alla sperimentazione avviata dall'Associazione scuole autonome piemontesi, che a più riprese aveva chiesto il rinvio del progetto. Un progetto che all'inizio prevedeva l'avvio di dieci corsi per una spesa di circa un milione e mezzo di e. Giulio Cesare Rattazzi, preside dell'Avogadro e presidente dell'Associazione, si limita a ricordare come "sia stato il Consiglio nazionale della Pubblica Istruzione a sollevare dubbi di legalità sull'attuazione dei protocolli di intesa con alcune Regioni". Poi spiega: "Il problema è diverso. E' proprio questa sperimentazione, non seriamente impostata e passibile di ulteriori definizioni da parte del Parlamento, che potrebbe danneggiare i ragazzi visto che il progetto verrebbe inserito in un percorso del tutto insicuro sul piano legale, incerto nei contenuti ed indefinito negli esiti". L'Asapi, comunque, è pronta a collaborare con la Regione e la Agenzie Formative. Due i punti fermi. Il primo: necessità di rispettare la legge che prevede l'assolvimento dell'obbligo scolastico in un'istituzione pubblica e non nella formazione privata regionale. Il secondo: pieno coinvolgimento delle istituzioni scolastiche, negato dalla delibera regionale, e dei centri di formazione professionale con la conseguente integrazione fra sistemi e predisposizione dei piani di studio da parte degli organi collegiali della scuola.
Maurizio Tropeano

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