La Sicilia-La riforma ha bisogno di sostegno
La riforma ha bisogno di sostegno anche l'opposizione deve dare il sì Al di là di ogni facile critica contro la riforma della scuola, e nonostante il placet della moglie di Berlusconi, ci son...
La riforma ha bisogno di sostegno
anche l'opposizione deve dare il sì
Al di là di ogni facile critica contro la riforma della scuola, e nonostante il placet della moglie di Berlusconi, ci sono alcune cose che dovrebbero indurre a riflessione il ministero e metterlo in uno stato di allerta intorno a tutto quello che finora è stato proposto. E se è facile mandare un "libro bianco" nelle case della gente, come già fu realizzato in campagna elettorale, per spiegare cosa si intende fare della scuola di tutti e senza aggiungere le osservazioni degli altri soggetti con uguale titolo a dire la loro, altrettanto facile, ci appare, delegare il Governo a prendersi carico di una riforma che deve invece coinvolge anche l'opposizione, l'altra metà cioè di popolo, con altrettanto diritto alla rappresentanza.
In questi giorni è successo pure che anche il Consiglio nazionale della pubblica istruzione ha espresso parere fortemente negativo su questa riforma, per tutta una serie di considerazioni che vanno dalla delega al Governo, alla cessazione di parte del curricolo e della istruzione professionale alle regioni. Ma è anche contro, questo organismo, alla iscrizione anticipata alla scuole dell'infanzia, insieme al Ccd di Giovanardi (ma a lui stanno a cuore le scuole private), e all'esautorare lo Stato dal suo obbligo di educare. Ma è contrario ancora alla suddivisione del doppio canale: liceale e professionale ed esprime perplessità sulla copertura finanziaria.
Questo il Cnpi. Andiamo a presidi. L'Associazione dei presidi ha deciso, se il blocco del concorso per dirigente si protraesse, di invitare i presidi incaricati a dare in massa le dimissioni, proprio per mettere in ginocchio tante scuole e per affermare con decisione che non si può "saltellare" con superficialità sull'avvenire di tanti professionisti.
La Cisl, per suo conto, ha raccolto migliaia di firme per indurre il Ministro a rivedere le sue posizioni , mentre migliaia di docenti sono pronti, non solo ad autoconvocarsi tramite internet, attraverso una cosiddetta "rete di resistenza" fuori dal sindacalismo, ma anche a continuare con la esperienza dei "girotondi" e con i "fazzoletti bianchi".
C'è del poco chiaro allora, occorre dirlo, nella visione della scuola prospettata da Moratti e si avvertono moltissime istanze di disagio e su vari fronti. Né si può dire, come Barbellini Amidei sottolineava sul Corriere, che non ci siano proposte alternative: anzi. Tutti i sindacati della scuola, tantissime associazioni di categoria, quasi tutti gli insegnanti stanno dicendo la loro, in tutti gli ambiti possibili e in tutte le sedi possibili.
Ora, se quasi tutto il corpo insegnante mugugna e si prepara a scendere in piazza per lo sciopero del 16, perché il Ministero non ritira le sue carte e rifonda le sue posizioni su basi almeno di dialogo aperto e franco? Cosa osta, in democrazia, sedersi attorno a un tavolo e discutere, "sine ira et studio", come consentire a questa Nazione di affrontare brillantemente il suo futuro, preparando una classe dirigente come si deve?
Pasquale Almirante