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La Sicilia-La figura del tutor e il solito pasticciaccio all'italiana

La figura del tutor e il solito pasticciaccio all'italiana "Calma e gesso, la trattativa avviata all'Aran non è sul tutor ma è sui contenuti dell'articolo 43 del contratto", dice la Cgil-scuola,...

04/09/2004
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La Sicilia

La figura del tutor e il solito pasticciaccio all'italiana

"Calma e gesso, la trattativa avviata all'Aran non è sul tutor ma è sui contenuti dell'articolo 43 del contratto", dice la Cgil-scuola, perché è "illegittimo deliberare su una trattativa in corso e su una materia oggetto della trattativa stessa", quella sul tutor appunto, in merito ai compiti e ai compensi che, secondo una stima fatta da Italia-Oggi, dovrebbero aggirasi intorno ai 10 euro lordi al mese. Confusione quindi e ancora confusione, mentre molti collegi insegnanti, su consiglio della Uil-scuola, stanno addirittura deliberando di frazionarne i compiti, in modo da coinvolgere più docenti: ma è corretta questa scelta?
Una sua spiegazione potrebbe aversi su una lieve capziosità, sulla base dell'atto di indirizzo del ministero che è poi un perno della contestazione degli altri sindacati: il tutore non ha, nei confronti dei suoi colleghi, alcuna prerogativa in più, non prevale, né impone scelte: unus inter pares, parrebbe di capire con retorica medievale. Ma sarà così agli effetti pratici, visto i compiti cha ha? E allora investire più docenti potrebbe essere un modo per aggredire con maestria bizantina l'ostacolo. Di parere inverso l'associazione dei presidi che non ha dubbi e sibila: dura lex, sed lex, con retorica di diritto romano, anche se di sanzionamenti non è opportuno parlare.
Intanto l'incontro fra sindacati e Aran è stato fissato per lunedì prossimo, anche se nel comunicato ci è parso di avvertire una sicura, ulteriore dilazione dei tempi.
Non si può fare a meno di sottolineare il solito pasticciaccio a danno, non solo dei lavoratori ma anche dell'utenza della scuola che si aspetta novità grosse. Se il ministero vuole effettivamente il tutor, e con i suoi gravami, perché non lo paga come un professionista merita? E perché non ha predisposto corsi specifici per ammaestralo e regole certe per la sua individuazione? A che scopo lasciare presidi e docenti nel consueto stagno dell'arrangiarsi? Può essere sempre tutto affidato, come un dirigente alitava bonario, alla buona volontà e al caritatevole volontariato che l'educatore si porta appresso come ingombrante fardello?
La scuola nuova inizia da un nuovo rapporto col personale: lo si vuole finalmente iniziare, smettendola coi cigolii delle vecchie biciclette?
Pasquale Almirante
p.almirante@tiscali.it


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