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La Sicilia-Contratto docenti tela di Penelope

Contratto docenti tela di Penelope Era sembrato, e i comunicati ci davano ragione, che il bis di questo governo fosse stimolo per chiudere il contratto degli statali e del personale della scuola, sc...

09/05/2005
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La Sicilia

Contratto docenti tela di Penelope
Era sembrato, e i comunicati ci davano ragione, che il bis di questo governo fosse stimolo per chiudere il contratto degli statali e del personale della scuola, scaduto già da 16 mesi, al fine di blandire tre milioni di voti e correggere rotte perdenti; e invece più recenti bollettini allarmavano di farlo slittare al 2006, in coincidenza con la nuova quadriennalità che qualche esponente governativo propone di aggiornare in sestannualità. E tutto questo perché non ci sarebbero fondi nemmeno per un aumento lordo medio mensile di appena 95 euro, smentendo lo stesso Berlusconi che si era lanciato fino a 100.
I sindacati per loro conto hanno minacciato con le armi dello sciopero, chiedendo pure di essere convocati. E a breve sembrerebbe e con la speranza di soddisfazione delle parti, compresi gli arretrati che sono ingenti. In ogni caso, se non si vede luccichio all'orizzonte, si può pure pensare al blocco degli scrutini, visto che la scuola è al termine, o a riprendere le agitazioni a settembre senza soluzione di continuità fino alla primavera delle elezioni politiche. D'altra parte i professori sono già inalberati per questa riforma della scuola, di cui sanno poco, mentre li preoccupano, sia i tagli annunciati di cattedre sia il passaggio di alcune competenze alle Regioni, compresa la devolution.
Ma ciò che lascia più perplessi è questo continuo annunciare e ritrattare, proclamare e smentire, laddove si profila un nuovo e misterioso sistema per valutare il lavoro dei docenti, in modo da giustificare promozioni e carriere. Che potrebbe essere una buona soluzione purché si diano certezze e purché queste dolorose stilettate siano accettate e concordate da tutti gli schieramenti politici e sindacali, consultando magari i diretti interessati. Perché sulla scuola, e nell'ambito della formazione e della istruzione, non si può andare a istinto schizofrenico o per favorire certi poteri e certe economie. Possibile che non ci si renda conto che la scuola non è una infrastruttura qualsiasi modificabile con un colpo di ruspa? Ed è certamente questa inquietudine, serpeggiante nel petto dei docenti, che sta favorendo, non solo burn-out, stress ed epilettiche cadute di tensione morale e di autorevolezza, ma anche esodi in massa che stanno diventano le uniche abilitazioni possibili per salvare la serenità degli operatori della scuola.
Perché, secondo un studio serissimo di Italia Oggi, quest'anno le domande di pensione dei professori sono aumentate del 27%.
"L'altro dato, che per certi versi appare sorprendente, è quello relativo ai docenti che cesseranno dal servizio per dimissioni volontarie. Essi costituiscono, infatti, quasi il 75% del totale". E' il caso di spiegarne i motivi?
Pasquale Almirante


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