La Nuova Sardegna: «Un allarme del tutto giustificato»
L’ex ministro dell’Istruzione Luigi Berlinguer spiega il perché dell’emergenza scolastica italiana
«Troppa teoria e nessuna pratica nelle materie scientifiche»
Non si può essere promossi col massimo dei voti alla Maturità senza aver mai frequentato un laboratorio
CARLO ROSSO
«QUELLO lanciato da Fioroni è un allarme giustificato. Personalmente ho parlato di un’emergenza scientifico-tecnologica del tutto ingiustificata nel paese di Leonardo, Galileo e Fermi». Luigi Berlinguer condivide le preoccupazioni del ministro della Pubblica istruzione sul futuro della nostra scuola. E il suo è un parere da esperto non solo perché in passato è stato ministro dell’Istruzione, ma anche perché presiede il Comitato per lo sviluppo della cultura in Italia.
A cosa si deve secondo lei questa emergenza?
«Intanto all’impostazione didattica, soprattutto delle materie scientifiche. Non c’è un approccio sperimentale, manca la possibilità di conoscere le leggi della natura vedendone il loro pratico manifestarsi. Si impara solo sul libro, si impara a memoria».
Ma non è sempre stato così?
«E’ sempre stato così da cento anni a questa parte. Vede, quando gli studenti erano un elite l’apprendimento solo teorico poteva funzionare. Adesso con studenti delle culture più diverse, che vengono dalle famiglie più diverse, non funziona più. Consideri inoltre che in passato non c’era l’inchiesta Ocse, che non vuole capire se esistono le nozioni, la definizione di cosa è il giorno e cosa è la notte, ma il modo in cui queste nozioni si applicano per risolvere i problemi della vita, i problemi della natura. Agli studenti la scuola non propone un problema teorico insieme a uno pratico, ma solo un problema teorico, e questo li estranea dal gusto della scoperta scientifica. Ma non fornisce loro neanche la capacità di ragionamento, in modo da poter trasformare la conoscenza in competenza».
Che propone?
«Come Comitato abbiamo chiesto che nelle scuole l’apprendimento delle materie scientifiche avvenga attraverso metodi che uniscano la teoria alla sperimentazione. Da noi si può essere promossi alla maturità con il massimo dei voti senza avere mai visto un laboratorio».
Quando Fioroni annuncia corsi di aggiornamento per i docenti, viene incontro alla vostre richieste?
«Fioroni ci è già venuto incontro. Grazie a una nostra richiesta ha stanziato 45 milioni di euro per dotare le scuole di spazi fisici destinati ala sperimentazione. Ma ha anche messo in moto un meccanismo per cui gli insegnanti si aggiornino sulla sperimentazione. Ma al ministro chiedo di fare ancora uno sforzo: nei laboratori oltre ai docenti bisogna metterci anche i tecnici, sennò non funzionano».
Sembra che in Italia, alle medie, ci siano solo due insegnanti con meno di 31 anni, la colpisce?
«Sì, mi colpisce molto, perché l’ingresso nella scuola, come l’ingresso nell’università oggi è un calvario che dura troppo. Bisogna avere più ingressi direttamente da concorso. Naturalmente non basta. Occorre un mix tra concorso e tirocinio. Il che vuol dire abolire il precariato, facendo in modo che quando si libera un posto automaticamente si assume un nuovo insegnante attraverso un concorso».