La Nuova Sardegna-"Salviamo la scuola pubblica"
"Salviamo la scuola pubblica" Domani sciopero generale con sit-in in piazza d'Italia SASSARI. Sit-in in piazza d'Italia, domani mattina, dalle 9,30, in occasione dello sci...
"Salviamo la scuola pubblica"
Domani sciopero generale con sit-in in piazza d'Italia
SASSARI. Sit-in in piazza d'Italia, domani mattina, dalle 9,30, in occasione dello sciopero nazionale generale della scuola proclamato unitariamente da Cgil, Cisl e Uil. Per la prima volta, anche a Sassari, si ferma tutta la scuola: dall'infanzia all'università, compresa la ricerca e l'Afam, (Alta formazione accademica e musicale). Nella manifestazione anche l'Unione degli studenti che garantirà un presidio sotto lo slogan "La scuola non si svende", per contestare la riforma Moratti.
Le motivazioni dello sciopero sono quelle che le organizzazioni sindacali vanno ripetendo ormai da diversi mesi: per il rinnovo contrattuale (per la scuola si tratta del 2° biennio economico, scaduto il 31 dicembre del 2003, mentre per altri settori - Dirigenti scolastici, università, pubblico impiego - si tratta del contratto quadriennale); per l'avvio di una politica di investimenti pluriennali per la scuola pubblica; per le immissioni in ruolo del personale docente e ata; per garantire il carattere nazionale del sistema di istruzione; per la valorizzazione delle professionalità ata; contro i tagli delle risorse e degli organici docenti e ata; contro la Legge 53 e i primi decreti attuativi; contro ogni tentativo di ingerenza legislativa su materie contrattuali (tutor e stato giuridico dei docenti).
Per quanto concerne la parte del rinnovo contrattuale, le organizzazioni sindacali chiedono un incremento retributivo pari all' 8%. Le risposte del governo, quindi, vengono considerate del tutto inadeguate (ieri è stato offerto il 4,2%).
Chiesto anche l'avvio di una politica di investimenti pluriennali per la scuola pubblica: "Le leggi finanziarie di questi ultimi anni la penalizzano - sostiene Caterina Mura, segretaria della Flc-Cgil - e individuano come uniche fonti di finanziamento le economie recuperate all'interno della scuola stessa attraverso la politica dei tagli".
E per le immissioni in ruolo, la proposta Valditara "appare inaccettabile in quanto, sfruttando le giuste rivendicazioni di chi, dopo anni di lavoro precario nella scuola, chiede finalmente di uscire dallo stato di precarietà, propone una diminuzione del diritto al pieno riconoscimeto del servizio pre-ruolo".