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La Nuova Sardegna-L'autunno caldo dei docenti precari

SCUOLA L'autunno caldo dei docenti precari Coperto meno di un quarto delle cattedre, polemiche sulle graduatorie Il sindacato denuncia: "Criteri poco chiari, il disegno de...

04/09/2004
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Nuova Sardegna

SCUOLA
L'autunno caldo dei docenti precari
Coperto meno di un quarto delle cattedre, polemiche sulle graduatorie
Il sindacato denuncia: "Criteri poco chiari, il disegno del governo"


CAGLIARI. Non c'è pace per i precari della scuola. A pochi giorni dal suono della prima campanella tutto è ancora nel caos: su 1800 cattedre vacanti ne sono state coperte appena 400, mentre i precari si trovano a combattere con un sistema di valutazione calato dall'alto, quando i giochi erano ormai avviati. Altro che inizio d'anno ordinato, come ha più volte sbandierato il ministro Moratti: se tutto andrà bene l'ordine comincerà a vedersi non prima della fine di settembre. Nel frattempo i sindacati si preparano a nuove battaglie: "In un mare di problemi, abbiamo almeno a avuto la fortuna di vedere riconosciuta la gravità della situazione dallo stesso direttore della scuola sarda Armando Pietrella" dice con tono pacato Peppino Loddo, della Cgil-Scuola. Che subito passa in rassegna i temi dolenti di un autunno che si preannuncia caldissimo.
"Le immissioni in ruolo fatte finora sono arrivate solo qualche giorno fa e riguardano una piccola parte del totale": sono 400 su circa 1800 cattedre vacanti sparse per tutta la regione. "E qui cominciano i dolori - continua Loddo - i posti vacanti ci sono e sono tanti, ma il governo piuttosto che immettere nuovi insegnanti in ruolo preferisce fare ricorso alle supplenze". Un sistema quasi studiato a tavolino e giocato sull'ottica del risparmio, sostiene il sindacalista. Come dire: meglio insegnanti "usa e getta" piuttosto che una cattedra stabile, che dia certezze ai precari. Ma la situazione è questa e per salvare il salvabile ad affidare le cattedre a nome di tutte le scuole è ora l'istituto tecnico Giua che per vie non formali gestisce, dice Loddo, l'intera operazione, comportandosi un po' come "un piccolo provveditorato", anche se alla fine la parola decisiva spetterà ai singoli capi di istituto.
Ma perché a pochi giorni dall'inizio dell'anno scolastico ci sono ancora tanti problemi? Tutto sembrerebbe imputabile alla nuova tabella di valutazione dei titoli approvata qualche mese fa dal ministero dell'Istruzione. L'ennesima tegola caduta sulla testa dei precari. Un problema per gli stessi addetti ai lavori che, una volta avviate le operazioni secondo i vecchi parametri, si sono visti costretti a ricominciare da zero, conconseguenti ritardi e incertezze. "Forse tutto questo fa parte di un disegno preciso del governo - accusa Loddo - quello di distruggere l'attuale sistema, basato sulle graduatorie e quindi su procedure trasparenti, a favore di uno più mascherato dove a decidere sono i capi di istituto". Insomma, i sindacati bocciano senza appello la nuova tabella: "Per noi quelle norme sono in gran parte illegittime - dice Enrico Frau della Cisl-Scuola - senza contare le grandi difficoltà di interpretazione". Mentre sulla questione la Cisl lunedì incontrerà il provveditore Giambattista Porrà e la Cisl chiede un incontro urgente a Pietrella nuovi problemi si affacciano. Come le minacce di sanzioni a chi non vorrà applicare i punti della riforma Moratti: "Gravissimo e illegale - dice Peppino Loddo - a nessun insegnante si può imporre come lavorare". E i precari? Si sono riuniti ieri mattina al liceo scientifico Alberti per fare il punto della situazione.
Sabrina Zedda


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