La Nuova Sardegna: Dal bullismo alla matematica
Quasi 8 milioni di studenti e un lungo elenco di emergenze Resuscita l’esame di settembre, edifici aperti anche il pomeriggio
ROMA. Nelle intenzioni del ministro Fioroni, quello che si apre la prossima settimana per oltre 7 milioni e 700 mila studenti italiani, sarà l’anno della vera svolta della scuola italiana. Un anno che avrà comunque non pochi nodi sul tappeto da risolvere a partire dall’«annus horribilis» che ci si è appena lasciati alle spalle, in particolare sul fronte della disciplina.
Disciplina tra i banchi. Alla luce dei gravi episodi di violenza tra i banchi riportati dalla cronaca, oltre a una campagna nazionale contro il bullismo, sono state introdotte punizioni esemplari, che vanno dalla sospensione alla non-ammissione allo scrutinio finale, per gli studenti colpevoli di gravi violazioni delle più elementari norme di convivenza civile ed è stato vietato l’uso in classe dei telefonini.
Torna l’esame a settembre? Da tempo viene ventilato il ripristino degli esami di riparazione, alla luce del sostanziale «flop» dei corsi di recupero che le scuole avrebbero dovuto avviare e non sempre hanno fatto e dell’inaccettabile livello di debiti formativi accumulato dai ragazzi.
«Quattro milioni e 200 mila studenti con debito, un milione solo di ragazzi che supera il debito e tre milioni e 200mila che non si sa se lo superano e che non potrebbero avere accesso, con la nuova legge, all’esame di maturità - ha osservato il ministro -. Non è serio e rende la scuola poco credibile».
«Emergenza matematica». Il numero uno di viale Trastevere ha annunciato ieri che «tra qualche giorno presenterò il gruppo di lavoro che dovrà affrontare l’emergenza matematica». Secondo i dati raccolti dal ministero, infatti, il 44% degli studenti ammessi con debito alle classi delle superiori ha lacune. E il problema è trasversale: la matematica unisce in ignoranza l’Italia da Nord (44,8% degli studenti con debito) a Sud (43,2%) passando per il Centro (44,4%) e le isole (43,9%).
Troppa dispersione. Dal prossimo anno scolastico l’apertura pomeridiana delle scuole si tradurrà da intenzione in fatto: il ministero ha stanziato 64 milioni di euro per tenere le scuole aperte di pomeriggio.
Un obiettivo giustificato dal consistente numero di abbandoni registrato nel nostro Paese: l’indice di dispersione scolastica raggiunto nel 2006 quota 20,6% (corrispondente a circa mezzo milione di ragazzi), una percentuale che ci vede agli ultimi posti in Europa e ben lontani da quel 10% (da raggiungere entro il 2010) fissato dalla Conferenza di Lisbona.