La Nazione-Umbria-Tagli alle cattedre Già persi 200 posti "E il tempo pieno è vicino al tracollo"
SCUOLA IN PIAZZA I sindacati denunciano tutti i mali della riforma Tagli alle cattedre Già persi 200 posti "E il tempo pieno è vicino al tracollo" di Silvia Angelici PERUGIA '#8212; O...
SCUOLA IN PIAZZA I sindacati denunciano tutti i mali della riforma
Tagli alle cattedre Già persi 200 posti "E il tempo pieno è vicino al tracollo"
di Silvia Angelici
PERUGIA '#8212; Ore risicate, tagli inesorabili, cattedre ridotte. In Umbria per esempio, in ogni prima classe delle medie rischiano di saltare una sessantina di cattedre, mentre il tempo pieno vede sacrificati addirittura un centinaio di posti. Dati resi noti ieri mattina dalla Cgil-scuola, che insieme a Cisl e Uil, ha convocato un summit nella sede di via del Macello, per denunciare ancora una volta "gli effetti nefasti della riforma Moratti", ed annunciare la manifestazione di protesta di questa mattina a Roma. I sindacati hanno parlato di ricadute pesanti, di smantellamento della scuola pubblica, di scadimento dell'offerta formativa.
Basti pensare all'insegnamento della lingua inglese. "In un'era in cui la lingua straniera diventa una delle materie più strategiche '#8212; osserva Giuliana Renelli (Cgil) '#8212; la riforma riduce le attuali 561 ore a 280, tagliando addirittura 15 cattedre. Si risparmia anche per le ore di italiano, storia e geografia che passeranno a 1971, contro le 2409 del modello attuale. Scienze, invece, sarà scorporata da matematica e abbinata all'educazione tecnica che dovrà rinunciare a 36 cattedre. Sul tempo pieno i numeri sono ancora più dilatati '#8212; conclude Renelli '#8212; Tanto per fare un esempio, alle materie di italiano, storia e geografia saranno tolte 61 cattedre, mentre educazione tecnica ne perderà una ventina".
Nerina Ponti (Cisl) e Mario Montesi (Uil) hanno elencato tutte le altre cose che non vanno: "Come la devolution alle Regioni, e soprattutto il primo decreto attuativo della legge 53".
I tre sindacati caldeggiano dunque "la difesa del pieno esercizio dell'autonomia delle scuole nel definire l'offerta formativa, la stabilità degli organici, congelati da tre anni '#8212; puntualizza la Ponti '#8212; la immissione in ruolo del personale precario". Cgil, Cisl e Uil hanno anche evidenziato la necessità di "difendere e valorizzare la scuola pubblica e garantire alle famiglie una scuola dell'infanzia di qualità".