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La Libertà/Piacenza: Scuole sul lastrico, l'Sos al ministro

Mancano all'appello 2,8 milioni di euro per il 2005-2006. Supplenti senza retribuzione, uno sciopero all'orizzonte

23/03/2007
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Libertà

«Signor ministro, ci dia i nostri soldi, altrimenti il rischio è di chiudere bottega». Non le stesse parole, ma è identico il senso della lettera che a Giuseppe Fioroni le giunte esecutive del Collegio dei dirigenti scolastici e dell'Asapi di Piacenza hanno scritto. Mancano all'appello delle casse scolastiche piacentine 2,8 milioni di euro per gli anni 2005-2006. Mancati trasferimenti a cui le scuole piacentine hanno fatto fronte intaccando le proprie casse, fino a raschiare il barile. Perchè i soldi nel frattempo non sono arrivati. E da qualche mese gli stipendi ai docenti supplenti in diversi istituti non vengono neppure più pagati. Una situazione che nessuno dei dirigenti piacentini evita di definire «drammatica», anche per gli esiti: se non ci saranno schiarite, il rischio è di tagliare l'attività didattica.
E se nell'arco delle prossime ore i sindacati confederali della scuola piacentina (che lo scorso 15 marzo avevano preso parte ad un tentativo di conciliazione, fallito, con l'Ufficio scolastico provinciale) decideranno la data ufficiale dello sciopero per protestare contro una congiuntura che ha ridotto letteralmente sul lastrico gli istituti piacentini - dalle materne alle superiori, con accenti e sfumature diverse - a Bologna ha avuto luogo ieri un incontro in Prefettura con le organizzazioni sindacali dell'Emilia Romagna su risorse e taglio organici, per un'ulteriore ipotesi di mobilitazione nel quadro regionale. «L'unica novità - ha riferito ieri Marina Molinari (Cisl Scuola) - è l'arrivo di una cifra davvero irrisoria: Lugagnano, che con Bobbio e san Nicolò era stato inserito nelle emergenze territoriali, mentre la situazione di disagio è diffusa a tutta la provincia, riceverà 15mila euro, pari al 12 per cento circa di copertura del credito, e la stessa risicatissima copertura risulta purtroppo ad appannaggio degli altri due istituti. Ma il disagio è assolutamente generale, riguarda il passato ma anche il presente».
«Varia l'entità del debito a seconda delle scuole, ma il totale, nel Piacentino, è enorme, anche se qualcosa di analogo sta accadendo in tutta la regione e anche a Milano - sostiene Rino Curtoni, al vertice del Collegio dei dirigenti scolastici piacentini - . Oltre al debito pregresso, affrontato con le nostre casse, ora c'è l'ulteriore rischio degli insufficienti stanziamenti per il 2007. Alla Calvino, per fare un esempio - denuncia Curtoni - sono stati previsti 14mila euro di trasferimenti, raddoppiabili in caso di emergenza, quando lo scorso anno in supplenze si è speso più di 100mila euro. La minaccia che incombe è di ridurre l'orario scolastico o di suddividere le classi accorpandole ad altre per seguire determinate lezioni, perchè non possiamo assumere altro personale». «Situazione gravissima» la definisce Adele Mazzari, dirigente scolastica e responsabile di Asapi. «Il quadro, se non interverranno schiarite di rilievo, che non sembrano esserci - teme la Mazzari - precipita verso la paralisi dell'attività didattica: noi siamo dirigenti, i contratti che stipuliamo con il personale sono di carattere privatistico, impossibile firmare senza soldi con cui retribuire i docenti». Nel documento inviato al ministro e agli Uffici scolastici della regione e della provincia si alza la voce su una «gestione organizzativo-finanziaria di fatto insostenibile», con «situazioni di cassa ormai esaurita» e «con gravi ripercussioni sulla gestione amministrativo-contabile». Al ministro della Pubblica istruzione la scuola piacentina chiede che «integri quanto prima la cifra a copertura delle spese finora sostenute dagli istituti negli anni 2005 e 2006, conseguenti all'applicazione delle disposizioni normative e contrattuali in vigore» e di fornire nell'immediato «disposizioni chiare circa le procedure alle quali il dirigente scolastico deve attenersi in materie di supplenze». Senza un tempestivo accreditamento dei fondi necessari i dirigenti si dicono non in grado di garantire la regolarità del servizio scolastico.
Simona Segalini


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