La «cresta» su hotel e vino, manager arrestato
Complice la segretaria. Fatture false all’Inran, l’ente (ora soppresso) che dipende dal ministero dell’Agricoltura
ROMA - Mentre il bilancio dell’ente del quale era direttore generale sprofondava in un buco di sette milioni di euro, Salvatore Petroli metteva in conto all’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran) alcune migliaia di euro per spese di rappresentanza in realtà mai effettuate o gonfiate.
Fatture false, insomma, su vini di pregio e soggiorni in albergo. È stato arrestato a fine ottobre (la notizia è trapelata solo ora) per cifre tutto sommato irrisorie ma, come sottolinea il tribunale del Riesame che nei giorni scorsi ne ha confermato i domiciliari, «la relativa modestia degli importi non sminuisce la gravità dei fatti contestati» mostrando «la spiccata inclinazione a delinquere». Per la sua segretaria, Luisa Orsini, è stato disposto l’obbligo di firma. Ad entrambi è contestato il peculato e il falso ideologico e in atto pubblico.
Nel caso di Petroli, scrive ancora il giudice, condotta aggravata «dai compiti di vigilanza e controllo intimamente connessi alla sua funzione». In questo ruolo il dirigente si sarebbe trovato, a partire dal 2010, ad essere «la maggiore figura apicale di riferimento vista l’assenza del presidente dimessosi per malattia» e con sostanziale carta bianca «stante la possibilità di firmare impegni di spesa in assenza della responsabile del settore servizi amministrativi».
L’attenzione del pm Stefano Fava era stata richiamata da un esposto del Flc Cgil nel quale erano elencate tutte le spese sospette. «Cose minime previste nei capitoli di spesa, richiestemi dal presidente e approvate dalle commissioni», commentò allora Petroli. Ma una analisi al dettaglio, secondo il Riesame, esclude ogni possibilità di errore e buonafede.
Quattro fatture sono state emesse dalla Sa.co. srl, con sede a Roma: tre e poi quattro cesti natalizi e diciotto bottiglie di Bordeaux nelle festività del 2010 e una bottiglia di sangiovese da 288 euro il 2 gennaio 2011. In totale 1.041 euro. Peccato che la Sa.co risulti essere una «attività di noleggio autovetture» chiusa anni prima. Stesso discorso per la quinta fattura, 4 casse di Bordeaux, 240 euro il 14 gennaio 2011, emessa dalla Edil Astra, che come è intuibile dal nome si occupa di«ristrutturazioni e forniture di materiali edili».
In più ci sono le «missioni», a Verona per Vinitaly e a Cernobbio per il Forum dell’alimentazione nel 2010, a Milano per la Convenzione ente risi e poi a Salerno, con base a Napoli, nel 2011. In ognuna di esse le ricevute dell’albergo risultano distanti dalla realtà. Petroli e la Orsini dichiarano di aver dormito in stanze o addirittura hotel separati per produrre due fatture (malamente falsificate) al posto di una, sempre a firma del dirigente. In un caso la Orsini risulta in missione quando invece è altrove. Qui le cifre sono più consistenti.
Alla fiera dei vini, ad esempio,a una stanza da 1.400 euro se ne «somma» una da 784. L’assunzione della figlia della segretaria con apposito co.co.co. - sempre da parte di Petroli - e l’uso disinvolto dell’auto aziendale fanno pensare, secondo i giudici, ad altri illeciti.
L’Inran, dipendente dal ministero dell’Agricoltura,è stato soppresso nell’estate del 2012 dal governo Monti e le sue funzioni attribuite a un ente gemello a dispetto dei quasi 400 dipendenti, tra loro molti ricercatori precari da 15 anni, e senza stipendio da mesi. Petroli ha fatto richiesta di un altro ruolo dirigenziale.