L’istruzione, i diritti: la Cgil «convoca» la ministra
da Il Mattino di Benevento
di Maria Sara Pedicini
Accorpamenti da incubo (diversi indirizzi di studio in diversi plessi in diversi centri), reggenze anche per gli istituti «dimensionati»,trasporti pubblici locali così rarefatti da condizionare le scelte delle famiglie soprattutto in materia di istruzione secondaria superiore. Sono solo alcune delle criticità che caratterizzano la rete scolastica provinciale, e che rendono quanto mai attuale il titolo - «Diritti uguali fra diseguali» - scelto per il convegno in programma domani dalle 15.30 presso l’auditorium «Sant’Agostino» di Benevento. L’iniziativa, che vedrà la partecipazione di Valeria Fedeli, ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, è promossa dalla Federazione lavoratori della conoscenza della Cgil e dall’ateneo sannita. Si parlerà di dimensionamento della rete scolastica regionale, del Fondo di funzionamento ordinario dell’università, di diritto allo studio. A confrontarsi saranno il rettore di Unisannio Filippo De Rossi, l’assessora regionale Lucia Fortini, il rappresentante dell’Associazione studenti universitari Felice Tavino, il presidente della Provincia Claudio Ricci. Modera Colarusso, giornalista di LabTV. Alla leader provinciale della Cgil, Rosita Galdiero, tocca il saluto introduttivo, al segretario della Flc Sannio, Enrico Macrì, l’intervento introduttivo, e a Francesco Sinopoli, segretario nazionale della Flc Cgil, le conclusioni.
A dettare l’agenda dei temi da trattare domani anche le prossime scadenze in materia di definizione della rete scolastica regionale, e quindi dell’assetto per il Sannio.
Il 12 ottobre c’è stato un primo incontro a Napoli, il 17 il confronto si è spostato alla Rocca dei Rettori. E il nodo da sciogliere è proprio quello di assicurare «diritti uguali» a tutti gli studenti sanniti, tenendo nel debito conto la reale situazione logistica – che magari li costringe a scegliere l’istituto «raggiungibile» e non quello che davvero vorrebbero frequentare – così come la difficoltà a raggiungere la «soglia minima» di iscritti nelle aree interne sempre più desertificate.