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ItaliaOggi-Puglia-Barbieri: la nostra legge coglie le esigenze del territorio

Barbieri: la nostra legge coglie le esigenze del territorio L'apprendistato pugliese come esempio di legislazione regionale mirata alle esigenze del territorio. Parola di Marco Barbieri, as...

03/02/2006
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ItaliaOggi

Barbieri: la nostra legge coglie le esigenze del territorio

L'apprendistato pugliese come esempio di legislazione regionale mirata alle esigenze del territorio. Parola di Marco Barbieri, assessore al lavoro, cooperazione e formazione professionale della regione Puglia, professore ordinario di diritto del lavoro nella Facoltà di giurisprudenza dell'università di Foggia, ove è anche rappresentante dei professori di prima fascia nel cda Barbieri è stato componente della commissione ministeriale che ha redatto nel 1998 le modifiche alla riforma del pubblico impiego su incarico dell'allora ministro Bassanini. Oltre che coordinatore per Abruzzo, Molise e Puglia del Laboratorio di apprendimento costituito all'interno del Progetto finalizzato Ripensare il lavoro pubblico, svolto per conto della Presidenza del consiglio dei ministri - Dipartimento della funzione pubblica nel 1999/2000. È autore di due volumi, curatore di un terzo, e di altre 48 pubblicazioni sui temi del diritto del lavoro e sindacale. Collabora alla redazione di tre riviste giuridiche (Rivista giuridica del lavoro, Il lavoro nelle Pubbliche amministrazione, Ru-Risorse umane nella pubblica amministrazione).

Domanda. La nuova legge pugliese sull'apprendistato si distingue effettivamente per la rilevanza attribuita alle fasi e processi formativi?

Risposta. Questa è una delle due caratteristiche più rilevanti (l'altra è l'incentivazione del lavoro a tempo indeterminato alla fine del rapporto di apprendistato). L'incremento progressivo delle ore di formazione più che proporzionale alla durata del rapporto;l'obbligo di svolgere la formazione prevalentemente all'esterno dell'azienda; la verifica di congruità del piano formativo individuale con i profili formativi definiti a livello regionale; l'approvazione regionale, sentite le parti sociali, del catalogo dell'offerta formativa esterna; la scelta congiunta della formazione da seguire da parte dell'azienda e dell'apprendista; la certificazione annuale della formazione, l'accertamento delle competenze acquisite da parte dei centri per l'impiego, sono tutti elementi che mirano rendere esigibile il carattere formativo del rapporto, in relazione al quale sono riconosciuti notevoli sgravi contributivi e investite importanti risorse pubbliche.

D. Tempi previsti per l'attuazione?

R. Il 23 dicembre è stato emanato il bando per accreditare ulteriori soggetti che intendano fornire formazione esterna agli apprendisti: l'applicazione potrà partire anche prima, con i soggetti attualmente accreditati. Nei prossimi giorni, definiremo il modello di piano formativo individuale, d'intesa con le parti sociali. Con le stesse scadenze, provvederemo a definire i profili normativi, recependo quanto previsto dal Ccnl. Abbiamo già sollecitato le parti a fornirci copia degli accordi da loro firmati.

D. Dall'obbligo-dovere del datore di lavoro di impartire la formazione al diritto dell'apprendista di ricevere la formazione: nella legge regionale una svolta concettuale non di poco conto.

R. La nostra convinzione è che la formazione del lavoratore e della lavoratrice sia una ricchezza per chi lavora, ma anche per le imprese, se si vuole competere sulla qualità e non sulla compressione dei diritti di chi lavora.

D. Talune associazioni datoriali hanno espresso preoccupazione per gli eccessivi oneri scaturenti dagli obblighi formativi: condivide questa posizione?

R. La preoccupazione è del tutto infondata. La formazione dell'apprendista esterna all'azienda è interamente a carico di fondi pubblici, cosa che non è prevista in nessun'altra regione.

D. Con la legge sull'apprendistato in oggetto, si è colta l'occasione anche per dare un esempio di legislazione regionale mirata alle esigenze del territorio pur nel rispetto della normativa nazionale?

R. Credo di sì. Abbiamo tenuto conto della prevalenza in Puglia di imprese artigiane o comunque piccole, provando ad emanare una normativa non burocratica e di semplice applicazione.

a cura di Francesco Longobardi


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